La triste storia delle aste giudiziarie che ha già fatto le prime vittime nella nostra Provincia, approda ora a Modica e, laddove non accadesse qualcosa volto a scongiurare il peggio, si profila un altro caso di famiglia gettata sulla strada. Nei giorni scorsi il Governo ha approvato un decreto che, tra l’altro, introduce delle novità circa la pignorabilità di un immobile se adibito ad abitazione principale della propria famiglia. Tale decreto avrà efficacia nei confronti di Equitalia e per debiti tributari che non superano i 120.000 euro.
Certo un notevole passo avanti rispetto all’immobilismo lungo decenni che ha consentito lo scippo di tante case a cittadini caduti in disgrazia e che in qualche caso ha determinato anche il suicidio; mi chiedo però perché il decreto non dovesse comprendere anche i debiti verso le banche e finanziarie in genere che continuano a svendere nelle aste giudiziarie le case di clienti che non riescono a rientrare dai loro debiti. So bene che le banche non sono istituti di beneficenza e debbono in qualche modo tutelare gli interessi degli azionisti ma, dato il particolare momento che sta vivendo il paese, sarebbe opportuno un diverso atteggiamento dei direttori per i quali tutti i clienti sono dei numeri e non persone che andrebbero valutate singolarmente. Credo che un buon direttore, fermo restando il proprio diritto-dovere di non imputare perdite economiche per insolvenza alla proprietà dell’istituto che rappresenta, debba sentire il dovere morale di distinguere il cliente moroso per strafottenza da quello che lo diviene suo malgrado per oggettive difficoltà.
Chi non lo fa è un semplice burocrate che si preoccupa solo di aspetti materiali i cui effetti spesso determinano autentiche tragedie.
Quanto a coloro che delle aste giudiziarie ne fanno un’opportunità per il proprio arricchimento, senza minimamente preoccuparsi di ciò che comporta quest’atteggiamento, penso che siano degli sciacalli. C’è un detto antico che recita:ciò che non è ottenuto col sudore della fronte non potrà essere goduto. La legislazione in materia di aste immobiliari consente forme di sciacallaggio; personalmente però ritengo che al di là delle leggi debba sempre esistere in ciascuno di noi un senso di solidarietà umana che deve sopperire ai limiti delle leggi.
Chi fa degli ottimi affari nelle aste pubbliche non commette alcun illecito ma sono convinto che non commetta neanche una buona azione per i danni che provoca alla parte lesa.
Mi piace pensare che il fortunato acquirente dell’asta giudiziaria che gli ha consentito di diventare proprietario d’un immobile il cui valore commerciale supera di oltre il doppio ciò che lui ha pagato, possa riflettere sulla sua strana fortuna e valutare gli effetti prodotti sullo sfortunato imprenditore che dopo una vita di sacrifici, dovrà sentirsi gettato in mezzo alla strada. Ci sono cose nella vita che valgono più della ricchezza economica; sono i valori ed il rispetto del prossimo, al di là delle leggi, spesso miopi e superficiali.