“Attraverso l’avvocato Mimmo Barone appare molto evidente che all’interno del PD ragusano sia scoppiata una faida con la Sen Padua che si è permessa di presentare una interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia in ordine al tribunale di Modica, perché non è stata preventivamente autorizzata da parte del PD dell’ex capoluogo”.
Lo dice Salvatore Rando del Comitato Via Loreto di Modica dopo le affermazioni del legale-politico di Ragusa a seguito dell’atto della senatrice sciclitana firmato anche da altri 38 parlamentari.
“Premesso che la Senatrice Padua non ha bisogno di difensori di ufficio e comunque va ringraziata per quello che fa per migliorare e non per peggiorare la giustizia nel territorio – aggiunge Rando – gli argomenti che porta avanti sono di buon senso che purtroppo nessuno ascolta, comunque appare del tutto evidente che l’avv. Barone stizzito utilizza un linguaggio del tutto estraneo alla comunità modicana, che mai e poi mai ne il Comitato ne nessun altro hanno affermato che il tribunale di Ragusa è fatiscente, questo non vuol dire, come è stato da sempre denunciato da parte del Comitato che all’interno della struttura ragusana ci sono, purtroppo criticità strutturali che non possono essere nascoste, basta leggere la lettera inviata al Ministro della Giustizia a firma congiunta sia del Presidente del Tribunale che del Procuratore della Repubblica.
Su taluni accostamenti fatti da un uomo di legge che per mascherare le criticità esistenti e sono tanti, non può paragonare il tribunale ragusano ad altre strutture; Corte di Appello di Catania e la Suprema Corte di Cassazione che hanno palazzi vecchi e come giustificare mal comune mezzo gaudio.
Sempre da uomo di legge, potrebbe dire per esempio se il tribunale fosse gestito da un privato e a seguito di denunce sulle criticità, sicurezza, antincendio, ambienti di lavoro, via di fuga, uffici intasati, scaffali e fascicoli dappertutto, tramezzature a proposito e forse qualcuna a sproposito,ecc. ecc. che cosa sarebbe successo? Forse sarebbero scattate sanzioni? Obblighi di adeguamento immediato? Chiusura della struttura? (forse si in un Paese normale), insomma atti dovuti come è di solito dire, ma nel privato. Invece qui non succede niente, anzi qualcosa succede si scaricano ulteriori spese a carico dei cittadini alla faccia della sbandierata spending review, per i fitti e gli adeguamenti e si chiude una struttura nuova del tutto in regola, persino antisimica, che iattura, quest’ultima grida da sola la scandalosa scelta di non utilizzare l’edificio al servizio della collettività e non solo dai modicani.
Infine si rimette al mittente l’accusa del tutto gratuita fatta al Comitato (iscritto in un qualche fascicolo) di essere campanilisti, generalmente questo linguaggio si utilizza quando si è a corto di argomenti e si tende a mascherare l’evidenza dei fatti che sono incontrovertibili, ci si arrampica sugli specchi parlando di efficienza, tanto cara a tutti, ma nei fatti non è assolutamente così. L’avv. Barone spieghi nei dettagli ai cittadini che a distanza di un anno dell’avvio della riforma sulla Giustizia, dove è migliorata l’efficienza, l’efficacia, di quando si sono accorciati i tempi delle sentenze, i numeri sui rinvii, se esistono incompatibilità,come funzionano le cancellerie, se i Magistrati sono sufficienti per il bacino di utenza, aspettando poi chissà quando si attiverà il processo telematico e tutte le promesse campate in aria di renziana memoria.
Con buona pace per tutti il Comitato continuerà la sua azione sperando di trovare qualche giudice a Berlino e che il Ministro scenda dal piedistallo, invii un’ispezione nei due tribunali e chiarisca come stanno le cose una volta per tutte e non fare come Ponzio Pilato e decida quello che è giusto fare e in fretta nell’interesse della collettività