L’OSSERVAZIONE DAL BASSO…..DI DIRETTORE. L’albero della discordia

PISANA

Nei giorni scorsi ho ricevuto una lettera in Direzione da parte del sig. Orazio Baglieri per manifestare il suo sgomento e la sua indignazione in ordine al fatto che l’Amministrazione comunale di Modica ha rimosso il “pino” all’incrocio tra Via Nazionale e Via Caitina al quartiere S. Cuore. Baglieri lamenta la superficialità del “sindaco ambientalista” modicano che anziché piantare alberi, li estirpa. Su questa lettera si sono registrati numerosi commenti, che la dicono lunga circa i parametri di ragionamento che ognuno utilizza per dire la propria.

Anche il consigliere comunale D’Antona si è scomodato per far rilevare, con molta, a mio avviso, esagerazione, come con questa iniziativa sia stata cancellata la memoria storica del quartiere che il pino rappresentava.
Come sempre, sono del parere che qualsiasi commento, anche quando dovesse dire sciocchezze , cose ovvie, o esprimere “pregiudizi a prescindere”, va in ogni caso rispettato, perché c’è dietro una persona che lo esprime; tuttavia c’è anche la libertà di non condividerlo.
Trovo specioso che i modicani imbastiscano una polemica con gli amministratori per l’abbattimento di un pino, come se costoro fossero, insieme ai tecnici degli uffici comunali, tutti degli emeriti incapaci. L’assessore che ha deciso l’eliminazione del pino non penso lo abbia fatto per capriccio o per odio all’ambiente, ma sulla base di elementi valutativi di natura tecnica che ne hanno richiesto la necessità.
Da quanto ci è dato sapere , l’assessore al ramo ha motivato la scelta con il fatto che le radici dell’albero, come anche appurato da una perizia tecnica, stavano creando problemi alle condutture sotterranee ed anche a quelle degli edifici adiacenti. Non solo, l’inclinazione del pino aveva assunto livelli tali da mettere a rischio la sicurezza degli automobilisti e dei cittadini.
Dilemma: lasciare il pino al suo posto oppure consentire alle radici di continuare a deformare la pavimentazione arrecando altresì danno alla conduttore astanti? Oppure consentire il rischio di un abbattimento da parte di una tromba d’aria, come quella abbattutasi nel ragusano in questi giorni facendolo schiantare contro una macchina e provocando una tragedia?
Dispiace, certo, vedere un albero scomparire, ma sparare in modo inconsulto, astioso, livoroso contro un amministratore, chiunque esso sia e qualunque idea politica egli professi, è poco decoroso di una società civile e di una città come Modica, perla di umanità e di nobiltà. Non si è trovato un commento che dicesse come salvare il pino ed evitare possibili eventuali danni alla condutture sotterranee o possibili rischi ai cittadini. Solo giudizi taglienti e sprezzanti del lavoro altrui.
Se l’Amministrazione comunale non avesse preso in considerazione il problema sottovalutando la possibilità di rischi, sicuramente, in caso di tragedia, i commenti attribuirebbero tutti la responsabilità civile e penale al sindaco, magari con l’apertura di qualche fascicolo da parte della magistratura. Per non andare lontano, è sufficiente ricordare che a Vittoria il grosso pino che si trova nel cortile della sala Mazzone, la sede del Consiglio comunale, s’è spezzato in due andandosi a schiantare contro un’abitazione privata ubicata proprio di fronte. E´ in pratica venuto giù il grande albero adiacente l´ex centrale elettrica.
Le critiche in una città sono legittime e possono anche stimolare a far meglio coloro che amministrano, ma credo vadano fatte con argomentazioni dettagliate, guardando tutti i lati di una questione e non solo quelli che piacciono e al sol scopo di fare polemica, sterili strumentalizzazioni o per colpire un bersaglio.
Se qualcuno fosse tentato di vedere nella mia osservazione una difesa di qualcuno o di qualcosa, sappi che è fuori strada. Il mio intento è solo quello di contribuire a rendere la vita sociale della nostra città un luogo dove l’esercizio della democrazia si svolga nel rispetto reciproco eliminando quella “cultura pregiudiziale” che sospetta di tutto e di tutti. Non si tratta di rinuncia al diritto di critica e di opinione, ma di utilizzare questo diritto per concorrere positivamente al bene e alla crescita della città che tutti vogliamo bene.

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