I nostri rappresentanti, coloro che dovrebbero insegnarci a superare i limiti che ci caratterizzano, non finiscono di stupirci ma sempre in negativo. Sarà perché qualche politico soffre della sindrome di marginalità, sarà perché non riesce ad avere i tempi di connessione tra lingua e cervello, sta di fatto che dalle più alte cariche dello Stato arrivano segnali che sono in controtendenza con gli orientamenti di altri Paesi europei e che certamente non aiutano a crescere in direzione di quel rispetto che è dovuto alla diversità dei nostri simili.
Ieri, l’ennesima boutade del Ministro Alfano che invita i Prefetti d’Italia a cancellare le registrazioni delle unioni tra omosessuali avvenute in altri Stati, perché in Italia non esiste una legge che riconosca tali unioni. La prima cosa di cui questo grande esempio progressista dovrebbe vergognarsi è che l’Italia continui a temporeggiare sul varo di una legge che riconosca dignità alle unioni gay ; non farlo equivale a negare una realtà che esiste e che ha diritto ad avere pari dignità e rispetto dei soggetti eterosessuali così come sempre più Stati si vanno orientando, riconoscendo le loro unioni. L’altra cosa della quale dovrebbe provare non poca vergogna è il pretendere che le unioni avvenute in altri Paesi vengano riconosciute nulle perché l’Italia non ha varato le stesse leggi.
Mi auguro che la maggioranza dei politici pensi diversamente da questo politico medioevale e che presto anche l’Italia possa dimostrare di essere meno discriminante di quanto sino ad oggi si è mostrata, facendo apparire gli omosessuali come cittadini di serie b.