IL BUIO SOCIALE DEI NOSTRI GIORNI. L’introspezione di Ballarò

ballarò

Nella storia del nostro Paese, i rapporti di lavoro, fatte le dovute eccezioni, non sono stati mai idilliaci tra imprenditore e dipendente,per responsabilità non imputabili ad una sola delle parti ; è certo però che negli ultimi otto anni dominati dalla crisi economica, gli stessi rapporti sono divenuti molto conflittuali e talvolta con risvolti che hanno dell’incredibile.

Accade infatti anche nella nostra Provincia che un imprenditore che non paga il salario ai propri dipendenti da molti mesi, procurando indicibili disagi alle famiglie che non sono in condizione di provvedere nemmeno all’acquisto dei beni di prima necessità, che vedono tagliarsi dall’Enel la corrente elettrica per non poter pagare le bollette e costrette a vivere al buio come più di mezzo secolo fa, che per recarsi al lavoro fuori città si è costretti ad utilizzare la macchina sebbene non coperta da polizza assicurativa e quindi più volte sequestrata, quando l’esasperazione supera il limite di guardia e questo lavoratore reclama una parte del suo salario non liquidato da mesi, viene licenziato per motivi disciplinari e poiché quando ci si esaspera è facile che si alzino i toni e venga fuori qualche parola di troppo, la moglie di questo lavoratore che lo accompagnava per sensibilizzare il datore di lavoro del marito a liquidargli qualche mensilità per poter tamponare una situazione diventata insostenibile, è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria per aggressione anche se si è trattato di qualche eccesso verbale.
Penso che questa maledetta crisi economica ancora in atto abbia compiuto danni forse irreparabili a tutte le componenti sociali e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti ma credo al contempo che in alcuni casi si sia smarrito quel senso d’equilibrio necessario per poter risalire la china.
Si può mai pensare che un lavoratore possa continuare a prestare la propria opera senza ricevere per tanti mesi il corrispettivo del suo lavoro ?
Può certamente immedesimarsi nelle difficoltà del proprio datore di lavoro ma nella misura in cui non venga compromessa la legittima possibilità ch’egli adempia alle esigenze della propria famiglia.
Allo stesso modo, l’imprenditore dovrebbe comprendere che il suo dipendente ha delle necessità irrinunciabili che non può disconoscere o far finta che non esistano.
Penso che fuori da queste logiche,esista solo un buio sociale che non aiuterà nessuno.

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