……. e fu così che la ‘mpanatigghia divenne dolce tipico di Ragusa

impanatiglie

… e fu così che la ‘mpanatigghia divenne dolce tipico di Ragusa. Questa “sconvolgente”(per i modicani)notizia, emerge da un libro di ricette appena pubblicato e già in vendita in alcune librerie di Ragusa. Il libro si intitola “Il cibo degli Iblei” ed e’ stato scritto da Francesca Poidomani(Officine Creative Editore). Noi abbiamo, incuriositi, sfogliato la raccolta e la prima cosa che ci ha colpiti e’ stata marito editore) la ricetta della ‘mpanatigghia a pag. 244.

“A custodire la ricetta dei ‘mpanatigghie, furono nel tempo le suore di un monastero. In realtà ad inventarla fu il monsù del barone Arezzo di Donnafugata. Le suore scoprirono questi dolcetti dopo essere stati ospiti a pranzo dal barone e decisero di prepararli per nutrire i confratelli, che nel periodo di quaresima, giravano fra i conventi. La carne trita nascosta tra il pesto di mandorle e il cioccolato, era consentita anche in periodo di digiuno, perché ritenuto alimento magro.” Questo è l’origine della ‘mpanatigghia secondo l’autrice, poi seguono gli ingredienti, e qui un’altra sorpresa, e’ la lavorazione per realizzare questo dolce. Parlavamo di sorpresa, eccola: marmellata di albicocche. Abbiamo chiesto ai vari artigiani pasticcieri di Modica se tra gli ingredienti ci fosse anche la marmellata di albicocche? risposta unanime: NO. A questo punto la domanda è d’obbligo: ma dove ha trovato questa ricetta l’autrice? Non poteva chiedere agli sponsor, fra cui tre note dolcerie di Modica, la vera ricetta della ‘mpanatigghia? Nella presentazione l’autrice premette che questo libro non vuole essere il classico e ripetitivo ricettario di cucina, ed infatti lo avevamo capito. Sfogliando il libro leggiamo altre inesattezze. 1 – Nella ricetta del cioccolato modicano si legge che la sbattitura delle forme serve per fare acquisire la forma tradizionale mentre, nella realtà, serve a fare amalgamare lo zucchero con il cioccolato; 2 – A pag. 220 si legge la ricetta dei “Mucatoli” – Il termine esatto è “Nucatolo” perché deriva dal termine “nucato”(condito con noci); 3 – a pag. 280 fra gli ingredienti, per fare le cialde o scorza dei cannoli, si legge un ingrediente che non è “sicuramente” tradizionale della nostra cucina: Olio di palma(l’olio più scadente in commercio). Abbiamo, poi, rilevato nel capitolo “Sapori e tradizioni”, dove si elencano i prodotti tipici della nostra zona, la totale assenza di tre prodotti molto importanti per la nostra cucina: la fava cottoia(Modica), la carota igp(Ispica)e il fagiolo “cosaruciaru”(Scicli). La nostra non vuole essere una polemica, ma va detto le notizie riportate in questo libro non sono esatte e quindi non si può parlare di ricette tradizionali. Speriamo solo che il resto delle altre ricette siano esatte; se così non fosse suggeriremmo all’autrice di preparare un’ errata corrige da inserire all’interno del libro o, nella migliore delle ipotesi, cambiare titolo al libro magari in “Rivisitazione personale delle ricette degli iblei in chiave ragusana“. Si dice: la montagna ha partorito un topolino”; restando in argomento, “tantu scrusciu, ma Cumpaita nenti”.

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