“Una firma per Padre Michele”. Modica, petizione contro trasferimento del parroco. Il prete scrive ai parrocchiani

image

“Una firma per Padre Michele”: questo il nome data all’iniziativa di raccolta firme iniziata ieri in Piazza Matteotti e che terminerà domenica, in risposta al trasferimento deciso dal vescovo di Noto,  per Padre Michele Fidone dalla Parrocchia della Chiesa del Carmine a  Ispica. “Siamo agguerriti più che mai – dichiara Loredana Ricca, una dei partecipanti – Noi chiediamo semplicemente una valida motivazione a questo trasferimento.

Ci chiediamo perché la mobilità non interessa tutti i parroci nella stessa misura e perché è stato trasferito a Ispica e non lasciato a Modica. Abbiamo già inviato delle e-mail al Vescovo Staglianò, cercando risposte, e adesso procederemo a raccogliere e inviare le firme. Non ci fermeremo perché Padre Michele ha fatto molto per noi: ha fatto avvicinare molti ragazzi alla comunità, ha riportato in vita la Chiesa del Carmine e si è reso sempre presente e disponibile: è proprio questo che ci ha spinto ad agire. Basta pensare – conclude l’interessata- che oggi ad essere presenti sono persone provenienti da diverse parrocchie di Modica.”

Padre Fidone, intanto, ha scritto una accorata lettera ai suoi ex parrocchiani.

Cari amici e cari fratelli nella fede,
sento il bisogno di scrivere per chiedervi in ginocchio di fermare la vostra protesta e la vostra raccolta di firme a seguito del mio trasferimento a Ispica. Sento nella vostra protesta tanto affetto, tanta stima e il dolore per una separazione dopo dieci anni di condivisione, di progetti pastorali , di dolori e di gioie che hanno attraversato la vita della nostra parrocchia e quella di ciascuno di noi. Sono pieno di gratitudine al Signore per il dono che avete rappresentato nella mia vita e sono contento di essere stato un dono per voi nonostante la mia povertà. Se il Signore fonte di tutti doni, «Donatore per eccellenza» ha permesso che in questi dieci anni potessimo crescere e convertirci insieme, abbiamo la certezza che in modo diverso continuerà a prendersi cura della nostra crescita, della comunità, di voi, del parroco che mi sostituirà e colui il quale andrò a sostituire.

Padre Corrado Lorefice e Padre Rosario Rabbito si prenderanno cura di voi con tutta la paternità che riconosciamo loro e io cercherò di fare del mio meglio, per non far dimenticare ciò che di buono e di bello ha realizzato Padre Giuseppe Stella. Vi chiedo di non portare rancore nei confronti della scelta del nostro Vescovo il quale è chiamato a vivere tutta la fatica, tutto il peso, oltreché tutta la bellezza del discernimento nella nostra Diocesi. Obbedire al «mio» Vescovo non come un militare, ma in modo adulto, è la strada sicura che ho scelto per servire la Chiesa e per servire le persone che il buon Dio mi pone dinanzi e mi metterà accanto. Essere casti, obbedienti e poveri è ciò che ci permette di assomigliare a Gesù casto, obbediente e povero.

Chiedo, piuttosto, per il nostro Vescovo la vostra preghiera e il vostro sostegno. Ogni trasferimento ha i suoi dolori; ogni addio, piccolo e grande, ha bisogno di tempo; ma sto vivendo questa tappa con la serenità con la quale solo nella obbedienza al Vescovo e alla Chiesa posso custodire i desideri dello Spirito Santo su di me anche sul futuro di tutti noi. Sento ancora di affidarvi un desiderio e una preghiera: stiate vicini ai miei confratelli Sacerdoti di Modica, senza farli sentire soli, giudicati, non accolti. Come Sacerdoti, facciamo fatica, a volte, a testimoniarvi la nostra comunione, a volte corriamo il rischio dell’individualismo, altre volte rischiamo di ammalarci di paternalismo. Perciò, abbiamo bisogno della vostra testimonianza nella fede, della vostra speranza e di imparare, in particolare, dalle famiglie come essere tra noi fratelli.

Ai miei confratelli affido la vostra cura! A tutti loro sento il bisogno di chiedere perdono per tutte le volte che non sono stato un buon confratello . Quanta solitudine potremmo risparmiarci, se vivessimo insieme più occasioni di fraternità, di paternità … di maternità! Cari amici, vorrei ancora una volta salutarvi nelle celebrazioni eucaristiche nelle domeniche di ottobre!

Il regalo più grande nel congedarci sarà la cessazione di ogni protesta e la trasformazione del risentimento in gratitudine a Dio e alla Chiesa. Porterei con me, come ferita indelebile, l’idea di aver generato indirettamente conflitti e non momenti di vera comunione ecclesiale. Amo Modica e la parrocchia che lascio, più dei miei occhi, e questo amore oggi sono chiamato a diffonderlo nelle mie nuove parrocchie ispicesi. Ognuno di noi è uno «strumento inutile». Ciò che conta è andare avanti con Dio e con la Chiesa!

Un abbraccio riconoscente.
Padre Michele Fidone

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa