L’OSSERVAZIONE DAL BASSO… di DIRETTORE. LA SUPERBIA CHE FA “PRECIPITARE NEGLI INFERI”

PISANA

Un altro vizio capitale che nella vita sociale inquina le relazioni umane è senza dubbio la superbia, che regna sovrana ovunque: in politica, nelle istituzioni, nelle associazioni, nella scuola, nella chiesa, nel mondo della cultura, ovunque, insomma. La parola “superbia” svela già il suo significato profondo a partire da quel “super” da cui è composta. Il termine, che dà l’idea di qualcosa che sta sopra come superiore, eccezionale, straordinario, potrebbe in se stesso indicare un concetto di “eccellenza”, ma spesso diventa vizio e ostacolo per relazioni positive.

Nella nostra società non mancano certo intelligenze; ovunque non mancano persone davvero eccellenti e capaci, intellettualmente dotati, ma spesso questa eccellenza diventa così autoreferenziale, aggressiva, prevaricatrice e sprezzante da essere in netto contrasto con la logica della diversità e dell’umiltà .
San Tommaso d’Aquino definisce la superbia una “inordinata praesumptio alios superandi”, cioè una disordinata presunzione nella propria superiorità rispetto agli altri. E perfino lo stesso filosofo Friedrich W. Nietzsche (fondatore della teoria del Superuomo) in Umano, troppo umano (1851) scriveva: “Chi possiede la superbia in sé, la possiede di solito in forma così brutale, da chiudere istintivamente gli occhi di fronte a essa per non doversi disprezzare”.
Quanta presunzione e superbia brutale è spesso all’origine di relazioni distorte, di rapporti difficili nella famiglia, nella chiesa, nelle comunità civile, nei posti di lavori, nella scuola, nella politica, nel sindacato, nei condomini, nei quartieri e lì dove quotidianamente si svolge la vita.
Nella Bibbia, ad esempio, la superbia si identifica con il peccato “originale”, radice di ogni altra colpa. In Gen 3,5 si afferma: “Quando voi ne mangerete, si apriranno i vostri occhi e diventerete come Dio, conoscitori del bene e del male”. Questa è la superbia, il voler essere come Dio, arbitri del bene e del male morale. Nella Bibbia ci sono poi tanti altri testi che parlano della superbia: nel libro del profeta Ezechiele (28,2), il principe di Tiro è così interpellato: “Il tuo cuore si è insuperbito e hai detto: io sono un dio, sono assiso su un seggio divino in mezzo ai mari! E invece tu sei un uomo e non un dio! Eppure hai voluto uguagliare la tua mente a quella di Dio”.
E ancora, nel libro del profeta Isaia (14,13-15) sono paradigmatiche le parole del re babilonese: “Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il mio trono, risiederò sul monte dell’assemblea divina… salirò sulle regioni che sovrastano le nubi, mi farò uguale all’Altissimo!”. Parole di inaudita superbia, che trovano la condanna dal parte di Dio: “E invece, sei stato precipitato negli inferi, scaraventato nelle profondità degli abissi”.
Anche nel libro dei Proverbi e dei salmi la superbia è assolutamente detestata da Dio, che ammonisce: “Io, la Sapienza, detesto la superbia e l’arroganza”(Prov 8,13).
Come si può notare la superbia è antica ed attuale, non riguarda solo alcuni ma tocca i cuori di tutte le persone; si manifesta in molti modi, tra i quali il più subdolo e più diffuso è il carrierismo, che trova spazio nei cuori di coloro i quali aspirano a cariche sociali, politiche, amministrative, culturali, religiose non per rendere un servizio al bene comune, ma per aprirsi varchi per ottenere potere, popolarità, fama e prestigio. In questo caso, come dice la Bibbia, ci si apre invece la strada verso l’egolatria che è anch’essa idolatria, e che porta dritto verso la “precipitazione negli inferi” e la caduta “nelle profondità degli abissi”.

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