Comiso, arrestato un tunisino per estorsione violenza e minaccia

Kallel Jaouhar 16_4_1971

Domenica la Sala Operativa della Polizia di Stato “113” inviava la pattuglia di Comiso in Via Solferino dove era stata segnalata una persona che minacciava di morte il richiedente dell’intervento.  Giunti sul posto gli agenti trovavano un cittadino extracomunitario, successivamente identificato come Jaouhar Kellal, tunisino di 43 anni il quale, alla richiesta di esibire i documenti per l’ identificazione, andava in escandescenze, iniziando a urlare contro i poliziotti presenti.

Nonostante gli operatori cercassero di calmare il Kellal, lo stesso colpiva al viso con uno schiaffo uno dei poliziotti, facendogli cadere gli occhiali da vista, e malgrado venisse bloccato dall’altro agente di pattuglia riusciva a divincolarsi ed profittando del fatto che il primo poliziotto si chinava per raccogliere gli occhiali lo colpiva con una ginocchiata alle spalle prima di essere bloccato ammanettato e introdotto nella volante.
La ginocchiata provocava all’agente di Polizia una contusione lombosacrale, giudicata in seguito guaribile in pochi giorni, dal locale Pronto Soccorso.
Nel frattempo giungevano altri extracomunitari, tra cui la moglie e il cognato dell’uomo fermato.
La donna, capito che gli operatori volevano portare il Kellal in Commissariato, dopo aver detto che era in stato di gravidanza, fingendo un malore si sdraiava per terra dinnanzi la volante invocando aiuto. I poliziotti ovviamente immediatamente allertavano il 118, per fare giungere un’autoambulanza sul posto; il tutto era comunque volto a dare il tempo per consentire ad altri extracomunitari di portarsi sui luoghi, nella speranza di fare desistere i poliziotti dall’arresto.
A quel punto gli agenti tramite sala operativa chiedevano in ausilio l’intervento di altre pattuglie di Polizia e immediatamente giungeva una delle Volanti presenti a Ragusa appartenenti all’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura.
Poco dopo giungeva anche l’ambulanza del 118, che portava la donna presso l’Ospedale di Vittoria per accertamenti.
Pertanto sedati gli animi sul luogo, la volante Delta di Ragusa, e la volante di Comiso accompagnavano il tunisino presso il Commissariato di Comiso. Qui veniva sentita la vittima, che dichiarava di essere il proprietario dell’abitazione di via Solferino e che per motivi di morosità aveva chiesto al Kallel di lasciare la casa; il tunisino, però, nel mese di ottobre del 2013 lo aveva già minacciato di morte con un piede di porco e per questo motivo aveva già presentato denuncia(Kallel è stato rinviato per questo a giudizio con un processo fissato avanti al Tribunale di Ragusa il prossimo marzo).
Il proprietario riferiva anche che il locatario lo aveva chiamato circa 20 giorni addietro riferendogli che aveva trovato un’altra abitazione sempre a Comiso e che avrebbe lasciato la casa di Via Solferino 16. Inoltre chiedeva di revocargli la querela.
Il denunciate aggiungeva che l’abitazione era stata liberata da circa 13 giorni, tant’è che lo scorso 8 novembreveva effettuato un sopralluogo constatando che l’abitazione era stata lasciata con la porta d’ingresso aperta; era stata svuotata ed era mancante anche il frigorifero appartenente al locatore.
L’uomo in quella circostanza faceva intervenire un fabbro per sostituire la serratura non prima di avere scattato delle fotografie all’abitazione e, successivamente, aveva effettuato una nuova denuncia nei confronti del tunisino per furto.
Il giorno precedente l’arresto, il denunciante riferiva di essere stato contattato telefonicamente dal Kallel che dopo averlo ingiuriato lo aveva minacciato. Domenica il proprietario riceveva una nuova chiamata da parte del Kallel con un numero da lui mai visto prima il quale lo ingiuriava e gli riferiva che aveva sfondato la porta della casa e che si era ristabilito nell’immobile. “ Andrò via solo dopo che hai ritirato la querela, se non la fai ti brucio la casa”.

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