Rubrica “In salotto con il sindaco….di Chiaramonte Gulfi” di Valentina Di Rosa

vito fornaro

Un confronto con i dodici Sindaci della provincia di Ragusa, per scoprire curiosità o la visione sulle principali tematiche politiche. Questo lo scopo della rubrica “In salotto con il Sindaco”. L’intervista di oggi vede protagonista il Sindaco di Chiaramonte Gulfi, Vito Fornaro, che ringrazio per la disponibilità.

Sindaco, quali sono gli obiettivi che la sua amministrazione si è preposta di raggiungere?
“Gli obbiettivi che ci proponiamo di raggiungere,sono quelli che ci hanno portato al governo della città. Il momento difficile che stiamo vivendo impone umiltà, competenza, e vicinanza delle istituzioni ai cittadini.

Dobbiamo rispettare il mandato elettorale pur confrontandoci con una terribile congiuntura economica. La famiglia, gli anziani, i bisognosi, l’ambiente, l’agricoltura, il turismo eno-gastronimico , lo sport e la cultura sono i fronti su cui quotidianamente ci confrontiamo”.

Quali e quanti di questi obiettivi ha effettivamente realizzato?
“Garantire il trasporto scolastico, la refezione scolastica e l’asilo nido, l’assistenza agli anziani e ai disabili, l’assistenza economica è già un grande obiettivo che ci rende orgogliosi dell’azione politica che stiamo svolgendo. Sul fronte dello sviluppo della città abbiamo costituito il “Consorzio dei produttori Chiaramonte Gulfi”, promuovendo le eccellenze del territorio attraverso la collaborazione con l’Istituto Alberghiero Principi Grimaldi di Modica, creando sinergie con le strutture ricettive. Abbiamo valorizzato le nostre strutture museali con mostre e convegni di rilievo: in poche parole abbiamo risvegliato la città e le energie positive che essa teneva nascosta senza mai perdere di vista il contenimento della spesa. In cantiere ci sono progetti importanti: oltre all’avvio dei lavori per la Scuola della Fontana, per la Sala Sciascia, per Scornavacche, per la Via Gulfi ci sono in programma altre opere importanti come il recupero del costone San Giorgio all’ingresso della città e la progettazione di un complesso scolastico ecosostenibile a Villaggio Gulfi. Di grande rilievo il Laboratorio internazionale di architettura LIDA 10, il Festival di filosofia, il Festival degli artisti di strada, Zuppà col carnevale estivo; la Gara podistica, la Monti Iblei e il Carnevale”.

È cambiato il suo approccio con i grandi problemi della politica da quando si è insediato?
“Sicuramente dal momento in cui si diventa Sindaco l’approccio che si ha di fronte a un problema è di tipo pragmatico e non astratto o idealistico, si diventa fortemente concreti votati alla soluzione del problema e non sempre alla disamina o all’analisi dello stesso”.

Cosa l’ha spinto ad occuparsi di politica?
“La passione sociale, l’amore per la propria città e il sano desiderio di mettersi in gioco per veder realizzati i propri ideali per poter dire di aver fatto la propria parte in questa vita, pur riconoscendo i nostri limiti”.

Potrebbe in breve raccontare il percorso che lo ha reso un politico?
“Da sempre mi sono impegnato nell’associazionismo e nel volontariato, un mondo che ti mette a confronto con realtà diverse da quelli che possono essere gli ambienti famigliari o lavorativi. Un mondo che ti porta al confronto e all’apertura di nuove sfide, da qui il passaggio quasi automatico alla politica. Nel 2007 mi sono candidato al Consiglio Comunale e non sono stato eletto, ho continuato a svolgere l’attività politica dall’esterno e all’opposizione fino ad arrivare alle elezioni del 2012 che mi hanno visto vincitore”.

Quali sono i valori fondamentali su cui impernia la sua linea politica?
“L’onestà, la coerenza, la trasparenza e l’umiltà”.

Ricoprire la sua carica avrà sicuramente portato dei cambiamenti nella vita di ogni giorno, come uomo, marito e padre. Quali di questi aspetti apprezza maggiormente e quali meno?
“È chiaro che un ruolo di prima linea come quello del Sindaco cambia la quotidianità, perché diventare un personaggio pubblico vuol dire cambiare anche il privato. L’aspetto più bello di questa esperienza è il contatto diretto con il cittadino. Tra gli aspetti negativi, ci sarebbe l’odio e le invettive personali da parte di alcuni avversari, ma per carattere non presto molta attenzione a queste cose e quindi non trovo aspetti negativi. Ritengo che fare il Sindaco sia innanzi tutto un onore e un servizio che si sceglie di fare, nessuno te lo impone, per cui se gli aspetti negativi superano quelli positivi si può sempre lasciare perdere”.

Quali pensa siano le fasce sociali che meritano maggiore tutela?
“In una società così complessa e in un momento tanto difficile ritengo inutile classificare i cittadini in fasce. Il lavoro è quello che si deve tutelare, perché da quello deriva il benessere di tutto il Paese. A questo proposito, nel Comune che amministro ci sono ben 41 precari che da oltre 20 anni prestano servizio nell’ente senza veder riconosciuto il diritto di un lavoro stabile; per questo abbiamo avviato, con grande ritardo rispetto agli atri Comuni, il percorso di stabilizzazione e ci auguriamo che entro il 2017 si possa vedere chiusa positivamente questa annosa vertenza”.

Che consiglio sentirebbe di dare ai giovani?
“Cimentarsi in politica attivamente, per poter essere loro protagonisti del presente e del loro futuro”.

Quali sono le sue considerazioni , osservando la situazione a livello nazionale? Secondo lei cosa può aver portato a quella che alcuni studiosi definiscono la fine della Seconda Repubblica?
“Penso che la fine della Seconda Repubblica sia dovuta principalmente a una grande crisi valoriale. La mancanza di ideali e di etica nella politica ha portato i cittadini ad allontanarsi e a non aver fiducia nelle istituzioni; tutto questo ha fatto abbassare la guardia e ha consentito lo sviluppo di un sistema di potere che ha poco a che vedere con il bene comune e con il concetto più alto di Politica, come servizio alla comunità”.

Cosa ne pensa del problema dell’immigrazione, che sta interessando il nostro territorio con maggiore intensità? Pensa che il governo centrale e l’Unione Europea sta sostenendo concretamente i territori interessati dagli sbarchi?
“Siamo di fronte ad una emergenza umanitaria e ad una grande rivoluzione culturale, perché l’immigrazione ormai fa parte della nostra società. È chiaro che questo processo sta avvenendo in maniera cruenta e senza un adeguato controllo. L’unione Europea dovrebbe fare una attenta analisi sul perché degli sbarchi e affrontare questi grandi drammi umanitari nei paesi di origine: la società multietnica deve nascere spontaneamente per contaminazione e non può nascere per le guerre e violenze, che portano migliaia di uomini e donne a fuggire dalla propria terra”.

Rimanendo in tema immigrazione, cosa pensa sia necessario fare per permettere l’integrazione culturale e per mantenere l’ordine all’interno del nostro territorio?
“Non bisogna cedere a facili populismi e demagogie, che vedono lo straniero come la causa di tutti i mali del nostro paese. Bisogna essere aperti e accoglienti ma allo stesso tempo vigili al rispetto delle leggi della nostra società. Ovviamente in una piccola comunità è più semplice; invece in una grande città il rischio di emarginazione e di ghettizzazione è più elevato”.

Su cosa si può puntare per rilanciare la nostra economia, interessata da un periodo di stallo?
“Su ciò che di più prezioso abbiamo, la nostra cultura, l’amore per la terra che i nostri padri ci hanno lasciato che può diventare agricoltura di qualità e quindi sviluppo eno-gastronomico e turistico, ma soprattutto la sburocratizzazione e lo svecchiamento di un Paese diventato vittima di se stesso”.

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