Passata la sorpresa per le dimissioni improvvise del presidente del consiglio Gianluca Floridia, presentate senza preavviso nel corso della seduta consiliare di venerdì scorso, la politica pozzallese ora è in fermento. Floridia ha letto le motivazioni politiche del suo gesto lasciando di sasso opposizione e maggioranza. “Ho voluto dare un salutare scossone in questo momento di scontro cui certamente ha contribuito la grave crisi economica che l’Ente sta attraversando- ha spiegato Floridia- è una scelta unilaterale che vuole mettere nelle mani della civica assise questo strumento di pacificazione.
C’è bisogno di un livello più alto di sintesi politica, caratterizzata da un nuovo slancio etico e programmatico. Tale sintesi non può che coinvolgere l’intero civico consesso, l’insieme delle forze politiche e sociali e le migliori energie della società civile.” Ma di volontà di fare sintesi tra maggioranza ed opposizione se ne avverte poca, se si pensa che il semplice punto dell’approvazione dei verbali della seduta precedente nel corso della seduta di venerdì è stato bocciato con 7 voti dell’opposizione astenuta contro i 6 favorevoli della maggioranza. E a freddo, in queste ore, il gesto di Floridia da alcune parti politiche, sta venendo sminuito dicendo che c’era un accordo elettorale di staffetta tra Sel e Luigi Ammatuna. Intanto Floridia smentisce ogni pressione in una fase in cui tutto tace sul bilancio, in un momento che di sicuro è critico, in cui si cerca di capire se si può, come si vorrebbe da parte della maggioranza, riaprire la “pratica” del Piano di riequilibrio di fatto bocciato, o se sarà la Prefettura o la Corte dei Conti ad intervenire dichiarando il dissesto.”Ho chiesto al segretario, con risposta scritta, quali sono gli adempimenti conseguenti” ha spiegato in merito. La soluzione più “gettonata” sembra essere la riapertura del piano che dovrà essere migliorativo entro 30 giorni, ovvero entro l’8 dicembre. Se così fosse in poco meno di un mese la civica assise, in tempi rapidissimi, dovrà esitare punto di spessore come pronunciarsi sul nuovo presidente consiliare e sulla possibilità di riaprire il piano di riequilibrio migliorativo che la giunta dovrà elaborare e proporre lasciando che poi sia la Corte dei Conti a dire l’ultima parola. Ed infine andare al voto, entro fine dicembre, del preventivo 2014. un passo “obbligato” se i 20 consiglieri non vogliono andare tutti a csa con lo scioglimento della stessa assise.