Ormai è chiaro che l’unica forma di protesta che il popolo italiano sta mettendo in campo per cercare di abbattere il sistema politico è l’astensionismo ad ogni competizione elettorale, sia a livello politico che amministrativo. Ne è dimostrazione, senza equivoci di interpretazioni varie, l’esito delle regionali appena svoltesi in Calabria ed in Emilia Romagna. Molto incisiva perché lancia un messaggio chiaro! La piena bocciatura della classe politica italiana! Messaggio che non può essere sottovalutato dalla classe dirigente che ha guidato il paese fino ad oggi e che pare non abbia proprio intenzione di mostrare il proprio carattere (ammesso che ce l’abbia) con scelte che rispondano alle vere esigenze del paese.
Tuttavia, una riflessione sulla questione va fatta. A che cosa porta questa forma di protesta o disaffezione verso la politica? Allo stesso risultato di quello conseguito se la stragrande maggioranza degli italiani adempisse al dovere civico del voto? Probabilmente con una affluenza del 70 per cento avrebbe comunque vinto il centro sinistra, ma non è questo il punto, a mio avviso, su cui focalizzare l’attenzione.
Questa forma di protesta dà comunque vita ai Parlamenti, ai Governi sia nazionali che regionali, alle sindacature, ai consigli comunali e gli eletti, dal loro punto di vista, hanno comunque raggiunto l’obiettivo in barba a chi protesta con l’astensionismo.
L’art. 48 della nostra Costituzione dice che votare è un “dovere civico” e sembrerebbe rifarsi all’art. 2 che parla di solidarietà politica. Non votare, tuttavia, non comporta nessuna sanzione.
Ora, non andare a votare per poi, magari, criticare chi, invece, ritiene di adempiere a questo dovere definendoli pecoroni o con altri epiteti, significa si protestare contro questi politici, ma significa anche non volersi assumere le proprie responsabilità di concorrere comunque allo svolgimento regolare della vita politica e sociale del paese, lasciando questo onere ai pochi, tralasciando che chi è assente o nel bene o nel male ha sempre e comunque torto, considerato che i governi si formano lo stesso e portano avanti le loro scelte e i loro progetti con il contributo preponderante dell’astensionismo rispetto a chi va a votare.
Coloro che hanno preferito non votare sappino che sono responsabili in maniera diretta delle conseguenze che deriveranno dall’azione dei loro governi regionali, così come il popolo siciliano tutto, chi ha votato e chi no, è responsabile della elezione del Presidente Crocetta e dei Consiglieri Regionali, nel bene e nel male.
Nella convinzione che questa forma di protesta non serva a niente, sarebbe forse il caso di riflettere sulla opportunità di trasformare il dovere civico del voto in obbligo di votare. Votare, anche scheda bianca, è una forma di responsabilità di dì tutti i cittadini e non solo di una minoranza.
Emanuele Cavallo.