Reading di poesia e narrativa oggi a Ispica, alle 18 presso la sala della Sciabica, nel quadro degli appuntamenti culturali organizzati dal “Gruppo ispicese” del Caffè Letterario Salvatore Quasimodo di Modica.
La serata avrà al centro una performance poetico-narrativa con la presenza di poeti e scrittori dell’area siracusana e iblea. Ignazia Iemmolo Portelli, Rita Barone, Franca Cavallo, Antonella Monaca, Salvatore Paolino e Cristina Scucces animeranno l’incontro,
dopo il saluto del sindaco di Ispica Piero Rustico, portando la loro esperienza poetica- narrativa nel quadro di interviste che saranno curate da Daniela Fava, coordinatrice del gruppo ispicese del Caffè Quasimodo, mentre concluderà il reading l’intervento del Presidente del Caffè Quasimodo Domenico Pisana.
L’appuntamento prevede anche la lettura di testi poetici, alternata ad interventi musicali del Duo “Pistone-Gatto”, rispettivamente al violino e alla chitarra.
Questo secondo sabato letterario ispicese – afferma Domenico Pisana – è un’occasione per valorizzare l’esperienza letteraria di alcuni poeti ed autori del nostro territorio, con la consapevolezza che la poesia possa trovare , nella diversità dei suoi stili e delle sue espressioni, persone che l’accolgano con simpatia. Siamo convinti – come diceva Giuseppe Parini (scrittore e poeta del XVIII secolo) nel suo ‘Discorso sopra la poesia’, che il fine dell’arte poetica consiste principalmente nel produrre diletto, ossia piacevoli sensazioni, e che essa , anche se non è necessaria come il pane, né utile come l’asino, può tuttavia, se usata bene, rendere felice l’uomo, poiché anche il piacere estetico contribuisce alla felicità pubblica e privata”. Poesia e narrativa hanno sicuramente un’utilità morale; difatti, analogamente alla religione, alla legge e alla politica, alla poesia e alla narrativa si può attribuire un valore etico, di impegno civile e sociale Nella nostra civiltà tecnologica, spesso arida e a-relazionale, io credo più che mai che la letteratura abbia un ruolo centrale, volto a consentire all’uomo di riappropriarsi della sua dimensione spirituale, creativa, e – direbbe il Pascoli- ‘fanciullina’”.