L’OSSERVAZIONE DAL BASSO…di DIRETTORE. IL MORALIZZATORE

Come non mai si invoca nella società di oggi il bisogno di moralità. Corruzione, scandali, “illegalità legali”, uso personalistico delle istituzioni e tanto altro costituiscono l’oggetto di servizi mediatici e di commenti sul web. E’ innegabile che viviamo in un clima sociale e politico molto surriscaldato. Siamo un paese in cui si può dire e fare, in nome della libertà, tutto quel che si vuole. Può accadere che la politica fa commissioni di inchiesta per accertare la verità di fatti giudiziari, che i giornalisti facciano i magistrati e che i magistrati facciano i politici, che un governo cada nel delirio di onnipotenza e che un’ opposizione cada nella demagogia ostruzionistica fine a se stessa.

E’ un quadro a tinte fosche in cui spesso risaltano figure di moralizzatori. Moralizzatori in politica, nel sindacato, nelle istituzioni, nel mondo delle forze sociali, culturali e anche in quello religioso.
Dopo il polemista, in questa osservazione voglio occuparmi proprio del moralizzatore. Chi è costui? Come agisce? Quali obiettivi si prefigge?
Il “moralizzatore” crede di non avere “trave” al proprio interno, intraprendendo una strada che non porta da nessuna parte. Il moralizzatore denuncia tutto e tutti e trasforma la denuncia in un “mestiere” per costruire la propria fortuna e il proprio futuro o per attrarre l’attenzione su di sé.
Come agisce il moralizzatore? Egli prima osserva gli altri e vede che non fanno quello che è giusto, onesto e doveroso fare, e quindi li attacca stigmatizzando il loro operato. Poi prende in mano la legge e la utilizza contro gli altri per giustificare e legittimare i suoi attacchi rispetto all’illegalità e l’immoralità posta in essere dagli altri.
Infine egli guarda a se stesso come a colui che sa, conosce, che è onesto e giusto, ma poi agisce allo stesso modo delle persone che ha attaccato. Se trova seguaci, crea la sua corrente e un partito: quello dei “moralizzatori senza morale”.
Io credo che dal punto di vista etico nessuno possa dichiararsi vergine. Può essere diversa la sostanza e la gravità degli atti illegali che si compiono, ma l’etica non fa sconti. L’amoralità non ha colore politico, non conosce schieramenti di parte.
Il problema è un altro: in un tempo di crisi sociale che ci sta avvinghiando come un mostro, occorrono non profeti di sventura, mestatori di fango, moralizzatori d’assalto, ma “esempi”, “testimoni” che sappiano dimostrare con la loro vita che la prima rivoluzione morale va fatta su se stessi.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa