Nell’auditorium di Crisci ranni vi sono già i lavori su Casa e Città delle scuola di Modica. I bambini e i ragazzi hanno espresso in modo bello come le case possono aprirsi alla città e diventare incrocio di colori e di relazioni … Hanno fatto da sfondo giovedì 18 marzo alla festa di San Giuseppe, anticipata perché il 19 vi è la celebrazione diocesana in cui si ricordano il sessantesimo di anniversario presbiterale del vescovo emerito Mons. Giuseppe Malandrino e il sesto anniversario dell’ordinazione episcopale dell’attuale vescovo Mons. Antonio Staglianò.
La festa è iniziata con la messa presieduta dal don Franco Cataldi che ha ricordato come sia oggi importante il custodire perché ci siano case che non si riducano a mura, ma diventino luoghi di cura che fa crescere, e città che abbiamo nella casa la loro “misura”. E ha chiarito come San Giuseppe diventi modello. Per i suoi sogni e la capacità di passare dai suoi sogni a quelli di Dio, di un Dio che ha preso dimora in mezzo a noi. Per la sua apertura alla Parola di Dio, che esige quel silenzio a cui invita il tempo della quaresima: silenzio fuori ma soprattutto dentro di noi, dove molto spesso c’è il mercato di tante parole e tante voci che impediscono l’ascolto della Parola che salva e rende piena la vita. Esempio, ancora, san Giuseppe di un’obbedienza che lo rende sempre in cammino, attraversando anche la triste esperienza dell’esilio ma sempre camminando verso la meta colta in Dio e ascoltando Dio. La festa è poi continuata con i giochi dei bambini e con una grigliata e una cena comunitaria ricca di calore e di gioia. Ed era significativo vedere come con tanta semplicità si possa far festa … Altrettanto significativo che una festa semplice permette la bellezza di parlare, incontrarsi, riconoscersi, perfino discutere. Come hanno fatto alcuni giovani che hanno posto problemi delicati ad un loro insegnante, quasi un rimando al dovere che abbiamo gli adulti di custodire i nostri giovani in un tempo difficile. Ed ecco allora che, com’è tradizione per Crisci ranni, la festa diventa anche messaggio alla Città: dobbiamo coltivare quel custodire tanto raccomandato da papa Francesco che mette insieme responsabilità, fermezza, mitezza; quel custodire che diventa compito urgente e delicato nelle famiglie, nelle scuole e nella città tutta. Contrastando superficialità, volgarità, contrapposizioni sterili, lotte ideologiche, strumentalizzazione. Ora, mentre continuano al mattino gli incontri con le scuole, il grande appuntamento è il rito Crisci ranni sabato 11 aprile alle ore 18 che quest’anno si terrà in piazza Matteotti, preceduto giovedì 9 da un dialogo sull’abitare tra il prof. Nifosì e il prof. Sicheera, nel contesto di molte iniziative fatte insieme al Festival delle famiglie che aggiunge l’attenzione al tempo virtuale che siamo vivendo, ulteriore sfida educativa.