Fotografato seminudo all’interno dell’area dell’Ospedale Busacca di Scicli. Le sue foto poi sono state fatte circolare tramite Whatsapp. Il fatto di per se è grave ma ancora più grave lo è poichè la vittima è un giovane diversamente abile sciclitano, molto conosciuto in città. Maggiorenne, molto affabile caratterialmente, c’è voluto poco agli autori del “prodigio”” per sottoporto alle loro richieste per poi dileggiarlo. Lo hanno fotografato con un telefonino.
La vicenda risale allo scorso mese di febbraio ma è divenuta di pubblico dominio nelle scorse ore dopo che la famiglia del giovane, attraverso un avvocato, ha deciso di denunciare tutto ai carabinieri. C’è massimo riserbo sull’episodio e, dunque, le notizie sono col contagocce. Pare che a fotografare l’interessato sia stato personale in servizio presso il nosocomio. Il direttore generale dell’Asp Ragusa, Maurizio Aricò, intende fare chiarezza e per questo ha avviato un’indagine interna. Sembra che il giovane sia stato invitato ad abbassare i pantaloni da chi, poi, di fatto, ha immortalato sul telefonino la vittima per scambiare le foto attraverso il sistema di messaggistica istantanea usato in tutto il mondo. Pare che il ragazzo, vada spesso al l pronto soccorso per farsi misurare la pressione. Il manager dell’Asp 7 ha rilasciato, attraverso il proprio addetto stampa, una nota nella quale si legge: “Apprendiamo che un utente giovane sciclitano, in occasione di un accesso al pronto soccorso del presidio sanitario “Busacca” sarebbe stato oggetto di un comportamento inappropriato. A distanza di qualche settimana la famiglia avrebbe richiesto un’indagine della magistratura. La direzione aziendale ha avviato immediatamente un’indagine interna volta a chiarire i dettagli dell’accaduto e l’eventuale coinvolgimento di dipendenti. Nell’esprimere il rammarico per l’accaduto – chiude la nota – la direzione si riserva eventuali provvedimenti che dovessero apparire opportuni”. Se dovessero emergere responsabilità precise a carico del personale, non sarebbero dunque esclusi provvedimenti radicali, compreso il licenziamento in tronco.
foto archivio