Settantotto cancellazioni in un solo anno nella città di Pozzallo Sono i dati riferiti al settore del commercio registrati dal Comune La sezione locale dell’Ascom: “La situazione è diventata molto pesante

Il presidente dell'Ascom di Pozzallo Gianluca Manenti

Ottantotto iscrizioni, settantotto cancellazioni. In particolare le iscrizioni hanno riguardato 56 esercizi di vicinato commercio a posto fisso (settore alimentare e non) e 32 pubblici esercizi di tipologie A, B, C e D. Le cancellazioni, invece, sono state 51 per quanto riguarda il primo ambito, 27 per il secondo. Sono i dati che la sezione cittadina dell’Ascom ha richiesto e ottenuto dall’ufficio commercio del Comune di Pozzallo e che si riferiscono all’anno 2014. “Si tratta di cifre che, purtroppo – dice il presidente dell’associazione dei commercianti, Gianluca Manenti – confermano quanto già temevamo, danno conforto al nostro sentore negativo. Il settore del commercio, nella città marittima, è in grave difficoltà. La crisi strutturale a cui si aggiungono altri problemi congiunturali, non ultimo quello legato alla difficile situazione che per tutto lo scorso anno ha riguardato la presenza dei migranti, e ciò ha comportato il fatto che Pozzallo sia stata dipinta come un posto di frontiera, con tutte le accezioni negative del caso, hanno contribuito a determinare questa situazione. In tale contesto, quindi, sentire ancora parlare di tassa di soggiorno, sebbene la nostra associazione, a livello regionale e provinciale, sia tendenzialmente favorevole all’attivazione di questo percorso, non può fare altro se non rischiare di complicare il quadro complessivo già precario. Mi chiedo: ma cosa resterà in tasca ai commercianti del settore ricettivo se saranno ulteriormente costretti a rifarsi sui visitatori e sui turisti? Ecco perché manifestiamo tutta la nostra preoccupazione circa le decisioni che saranno prese a palazzo di Città con riferimento alla creazione di nuovi balzelli e ci auguriamo che, anche attraverso un confronto con la nostra associazione, si possa addivenire a più miti consigli, perlomeno in questo complicato momento storico. I numeri, d’altronde, parlano chiaro. Gli esercizi commerciali non ce la fanno più ad andare avanti. E sono costretti, uno dopo l’altro, ad abbassare le saracinesche”.

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