Fermato scafista della Guinea in quanto ha permesso l’ingresso in Italia di 109 migranti. Tra loro anche una bimba di un anno ed un cadavere poi gettato in mare prima dei soccorsi. Sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico di Aboubakarma Banghoura, 19 anni. Il giovane è
stato sopposto a fermo di Polizia Giudiziaria in quanto responsabile di aver condotto il gommone dalle coste libiche fino a quando non sono stati soccorsi da una motovedetta maltese in acque SAR libiche, così come era stato da loro programmato.
L’uomo dovrà rispondere anche della morte come conseguenza di altro delitto di un giovane, presumibilmente nigeriano che è deceduto probabilmente per le esalazioni di idrocarburi e poi è stato gettato in mare prima dei soccorsi.
I migranti a bordo del gommone sono tutti provenienti dal centro Africa ed attualmente sono ospiti presso il C.P.S.A. di Pozzallo in attesa del trasferimento.
Nel tardo pomeriggio di martedì scorso la motonave della Guardia Costiera Maltese denominata “P51” a 128 miglia da Malta, in acque di competenza SAR libiche, procedeva al salvataggio di un gommone con 110 persone a bordo di varie nazionalità: Mali, Costa d’Avorio, Nigeria, Senegal e Ghana. Dopo il trasbordo dei clandestini si dirigeva verso il porto di Pozzallo per lo sbarco dei
Il “comandante” così come chiamato dai migranti non ha voluto collaborare con la Polizia e si è dichiarato innocente nonostante le responsabilità emerse a suo carico.
I testimoni hanno riferito che l’uomo faceva parte dell’organizzazione in quanto non dimorava nei capannoni con gli altri passeggeri ma è giunto in spiaggia quando già erano tutti sul gommone. “è arrivato a bordo di una macchina con i libici, è sceso, gli hanno dato qualcosa in mano, forse il satellitare e poi siamo partiti”.
Durante la verbalizzazione delle dichiarazioni rese dai migranti è emerso che un cittadino probabilmente nigeriano è deceduto nel corso della traversata.
Dalle dichiarazioni tutti hanno viaggiato senza cibo e con una piccola scorta di acqua ma a dire dei testimoni la morte sarebbe intervenuta perché prima è svenuto per l’inalazione di idrocarburi e poi è morto.
“lo abbiamo visto accasciarsi, ha vomitato e poi è caduto a faccia in giù al centro del gommone; credevamo si riprendesse ma così non è stato; qualcuno appena ci siamo resi conto fosse morto lo voleva gettare in acqua ma i nigeriani non hanno voluto, hanno detto lui viaggia con noi; ad un certo punto ho visto che lo gettavano in acqua credo per il poco spazio o perché stava arrivando la barca che ci ha soccorsi”.
Prezioso anche in questo caso il lavoro degli interpreti che provenendo spesso dalle stesse zone dei passeggeri riescono ad entrare subito in empatia con i testimoni.
Con molta probabilità sono sempre pochi dollari per l’equipaggio, con il rischio, ormai diventato realtà, del carcere una volta giunti in Italia.
Il lavoro degli uomini della Polizia Giudiziaria ha permesso di individuare anche questa volta il responsabile di questo traffico di migranti, enorme business per gli organizzatori libici che arruolano tra loro scafisti capaci di condurre un natante anche da paesi per loro stranieri, al solo fine di non rischiare di finire in carcere e guadagnare il più possibile.
Stante quanto dichiarato dai testimoni, gli organizzatori hanno incassato circa 60.000 dollari dai passeggeri del gommone che sommati per tutti quelli soccorsi in questi giorni hanno fruttato centinaia di migliaia di dollari ai criminali.
httpv://www.youtube.com/watch?v=pm2yV6Pn3So&feature=youtu.be