Emergenza senza fine per il Cpa pozzallese. Dopo l’arrivo dei 301 migranti, tenuti per una notte sulla nave della Guardia Costiera, Nave «Fiorillo» CP 904, in una continua attesa se inviarli a Porto Empedocle o sbarcarli a Pozzallo, il centro conta oggi più di 460 migranti. Oltre il doppio di quanti ne potrebbe ospitare. Nel pomeriggio di giovedì prima erano sbarcati solo 13 migranti tra cui un presunto scafista e due testimoni,
mentre gli altri per motivi di salute erano stati portati presso i nosocomi del circondario. Tra questi tre donne in attesa ed un neonato di soli otto giorni, per controlli medici di rito. Dopo il lungo stand by sull’imbarcazione in rada molti di loro ieri mattina si sono presentati infreddoliti e mal ridotti, nonostante avevano ricevuto ognuno un sacco-cena per rifocillarsi. Presso il centro si avverte ora la problematicità del numero elevato. Per liberare posti oltre 150 sono stati spostati verso altri centri, così i 301 tra cui 45 donne e 23 minori, in parte eritrei e somali, si sono ritrovati insieme ai 167 rimasti dagli sbarchi precedenti. E con i volontari della Protezione Civile e gli operatori della Luoghi Comuni ora operano anche l’équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) che sta offrendo assistenza medica. “Siamo stremati-ha detto Chiara Montaldo, capoprogetto di MSF in Sicilia- è una situazione drammatica, che si ripeterà più volte lungo tutta la stagione estiva e oltre, finché queste persone non avranno un modo sicuro per raggiungere protezione e assistenza. MSF ha deciso di rafforzare la propria azione di ricerca e soccorso in mare con una seconda nave, che a partire da maggio sarà di stanza nel Mediterraneo centrale. Un’attività che si aggiunge all’operazione congiunta con il Moas (Migrant Offshore Aid Station) annunciata nei giorni scorsi.” “All’Europa, e al governo italiano, MSF – si legge in una loro nota diffusa ieri- chiede il ripristino di attività di ricerca e soccorso in mare e piani di emergenza per garantire sempre adeguate condizioni di accoglienza.”