Come era prevedibile il dopo Gheddafi in Libia sta avendo effetti devastanti. Facile fu, nei Palazzi dell’ONU, deliberare qualche anno fa una risoluzione politica per l’intervento militare contro Gheddafi; il dopo, però, si è rivelato un dramma, atteso che i territori libici sono stati abbandonati a se stessi con ripercussioni drammatiche sulle popolazioni, rimaste in mano al terrorismo.
La Sicilia, a due passi dalla Libia, paga maggiormente in termini di disagi, di sovraffollamento a causa anche della congiuntura della crisi in Tunisia. Il dramma di questi migranti che cercano pace, libertà, lavoro, pane e solidarietà e che addolora i nostri occhi e i nostri cuori, si scontra con il dramma di una Sicilia già carica dei suoi problemi e che deve farsi carico dell’accoglienza nei suoi centri come Lampedusa, Mineo, Catania, Augusta, Pozzallo.
L’Europa, a parole, si è impegnata a fronteggiare il fenomeno degli sbarchi e dell’immigrazione, ma nei fatti mentre gli altri paesi europei non fanno nulla, l’Italia si trova sola a dover piangere morti e a farsi carico della accoglienza dei superstiti. Ce la faremo a reggere il peso? E con quali risorse economiche? Sbarchi, morti in mare di uomini, donne e bambini in fuga: questi sono i risultati. Mentre scrivo mi risuonano nella mente tutte le parole ipocrite e strumentali di politici e uomini delle istituzioni che usano spesso l’Europa come modello cui l’Italia deve guardare perché la nazione è sempre ritenuta più indietro rispetto agli altri paesi. Sì, cari lettori, sono proprio situazioni come il naufragio e la morte di 700 migranti a farci comprendere che non esiste un modello di Europa. Aspettiamo ancora l ‘Europa politica, sociale e dei popoli , mentre veniamo sopraffatti dall’Europa dei banchieri, della moneta e dei mercati.
Aspettiamo ancora l’Europa dei valori,dei diritti, della sussidiarietà e della solidarietà sociale, dotata di un progetto valoriale, culturale e di solidarietà tra i popoli; non è sufficiente l’aver costruito l’Europa dell’Euro, delle banche, dei mercati e delle grandi lobby economiche, occorre una comunità europea in cui possa affermarsi il rispetto della diversità e in cui venga salvaguardato il diritto alla vita e siano tutelati i valori della libertà e della democrazia. Dunque, un’Europa dei valori è quella che bisogna costruire e far crescere, un’Europa dove la libertà e la democrazia vengano tutelate dagli attacchi del terrorismo con un sistema di difesa che in atto la comunità europea non è riuscita a darsi.
Aspettiamo l’Europa del lavoro , un’Europa dell’occupazione, capace di creare le condizioni di investimento nelle imprese, nella scuola, nella ricerca e nella formazione a partire dalle singole unità territoriali in una prospettiva di federalismo solidale.
La politica europea dovrebbe dare la speranza che un’ Europa sociale e dei popoli possa ancora essere creduta possibile.
Come si fa ad uscire da questa emergenza immigrazione? Davvero chi ha il problema in primis, se lo tiene e se lo deve risolvere? Ho sentito politici, in queste ore, fare dichiarazioni che propongono: blocco navale, nuovo intervento militare in Libia previa risoluzione ONU, distruzione delle imbarcazioni libiche per non consentire partenze, prelevamento dei migranti direttamente nei loro territori per evitare stragi in mare, e tanto altro ancora…Ricette facili, certo, non ce ne sono, ma non c’è dubbio che chi ha responsabilità in Europa, penso all’on. Mogherini, una strada deve pure trovarla. E presto. Urgentemente. Non è più possibile che continui a verificarsi questo disastro che lascia davvero con il cuore a pezzi.