La sconfitta con la Capitolina e la contemporanea vittoria di Reggio Calabria suona come una condanna alla retrocessione. Per evitarla i biancazzurri devono vincere le ultime due partite e sperare che calabri e laziali restino a secco.
Come macinare gioco e non concretizzare. Oppure, come giocare alla pari e regalare all’avversario tante punizione e gialli. Potremmo sintetizzare così la partita di oggi tra Capitolina Roma e Padua Ragusa: due squadre che si sono equivalse, due squadre tutto sommato simili, se non proprio speculari quanto meno nel tipo di gioco, ma che si sono differenziate nella capacità di trasformare in punti le occasioni avute. Ci sono riusciti i romani, hanno sprecato tanto i ragusani. In più, giocare ben 30 minuti in inferiorità numerica non è un regalo che si possa fare senza sperare di non subirne le conseguenze.
A passare subito in vantaggio sono i padroni di casa, al 3°, con una punizione calciata da centrocampo dal mediano di mischia Benedetto Rebecchini che decide di cercare la via dei pali approfittando della leggera brezza che spira alle sue spalle. 3 a 0.
Il Padua però è sceso in campo ben determinato a tornare a casa con un risultato utile e quindi si scaraventa in attacco alla ricerca della meta, che arriva tre minuti dopo. Touche sui cinque metri vinta dai biancazzurri, carrettino avanzante e Cristian Iacono che all’improvviso scende dal carro e, cogliendo di sorpresa la difesa blu, si tuffa in meta. A dimostrazione che la giornata sembra di quelle buone, Peppe Iacono trasforma da non facile posizione. 3 a 7.
La partita, si diceva, è equilibrata, e le occasioni fioccano da una parte e dall’altra.
Al 16° il Padua perde palla in attacco e i romani con un calcio a seguire si riversano nella metà campo iblea. Peppe Modica placca un avversario senza palla e l’arbitro, il signor Imbriago della sezione di Bologna, assegna una meta di punizione alla Capitolina. Con la facile trasformazione di Rebecchini fa 10 a 7.
Passano tre minuti e un fallo della mischia iblea mette sul piede del mediano laziale la palla del 13 a 7.
Il Padua c’è e lo dimostra al 21° quando Adriano Scrofani mette in moto il turbo, supera un paio di avversari ma viene fermato a pochi metri dalla linea di meta. Seguono una serie di ruck cui pone fine Enoc Valenti che, da mediano di mischia, finge un passaggio e invece va a schiacciare in meta. Capitan Iacono sorpassa. 13 a 14.
La partita è bella ed avvincente, ma adesso i capitolini sembrano avere una marcia in più, favoriti in questo da una serie di falli commessi dai giocatori in maglia biancazzurra che costano, oltre ad una serie di punizioni, per fortuna solo una piazzabile, anche un giallo ad Enoc Valenti, reo di un placcaggio alto che in tanti però non hanno visto. In sette minuti, dal 23° al 30°, i padroni di casa allungano. Un calcio di Rebecchini e una meta di Edoardo Scaramuzzino portano il risultato sul 21 a 14.
Negli ultimi 10 minuti ci sono cambi e un altro giallo. Al 32° escono Paolo Bellio, Paride Vona e Giorgio Carbonaro, solo quest’ultimo per infortunio, prendono il loro posto Stefano Russo, Daniele Stracquadanio e Giuseppe Garozzo, un minuto dopo Albert Digrandi placca un avversario quando ancora è in volo e l’arbitro lo manda a fare compagnia a Valenti.
Il primo tempo finisce qui. Alla ripresa tra le fila del Padua non c’è più Michele Campanella, al suo posto troviamo Andrea Solarino.
Adesso il vento spira alle spalle dei ragusani ed Eolo diventa il loro sedicesimo uomo in campo. In più, un giallo sventolato al pilone laziale Amerigo Forgione sembra l’inizio della svolta. E in effetti il Padua per una quindicina di minuti si insedia nella metà campo dei padroni di casa ma l’attacco biancazzurro si rivela sterile.
La supremazia paduina termina quando Garozzo non permette ai capitolini di giocare veloce una punizione e per questo viene espulso temporaneamente.
Seguono altri cambi in casa iblea: Giuseppe Modica lascia il proprio posto a Gianluca Tumino e Stefano Russo a Carlo Firrito.
A muovere il risultato ci pensa invece la Capitolina. Siamo al 65°, e dopo un batti e ribatti sulla linea di meta ragusana, Fabrizio Di Lullo riesce finalmente a superare il muro eretto dai giocatori ospiti. Con i due punti di Rebecchini si arriva al 28 a 14 che sarà anche il risultato finale.
I biancazzurri si scuotono e riprendono ad attaccare alla ricerca, quanto meno, della meta che darebbe loro il punto di bonus difensivo. Ma gli attacchi sono confusionari e non portano a nulla.
A tempo quasi scaduto c’è solo da annotare il rosso diretto ai danni di Andrea D’Angelo e Valerio Casini per calci ai danni degli avversari.
Al triplice fischio dell’arbitro i capitolini posso giustamente festeggiare per la salvezza quasi raggiunta, mentre i ragusani, con lo sguardo basso, non posso fare altro che recriminare sulle loro mancanze.
E quando arrivano i risultati maturati sugli altri campi, ci si rende conto che le speranze di salvezza a questo punto sono legate veramente a un filo.