La Polizia di Stato – Squadra Mobile e Commissariato di Comiso – ha arrestato MARIC Vesna, 27 enne nata a Roma e NIKOLIC Mira, 30 enne nata a Belgrado per furto in abitazione. Alle ore 10.30 circa, nel corso del servizio di controllo del territorio, la Volante del Commissariato di Comiso si dirigeva a forte velocità in Via Galileo Galilei a seguito di segnalazione telefonica da parte di un onesto cittadino che aveva visto entrare due donne a lui sconosciute nello stabile antistante al suo, specificando che una aveva un neonato in braccio.
I poliziotti chiedevano rinforzi e nel contempo si precipitavano all’interno dell’appartamento trovando dentro due donne, entrambe incinta, inoltre una delle due aveva anche un bambino in braccio di 4 mesi. La mansarda dello stabile, adibita a cucina, era totalmente a soqquadro, tutti i cassetti e gli sportelli dei mobili erano stati rovistati.
Gli operatori della Squadra Volanti sono abituati gestire interventi di questo tipo ma fa sempre impressione scovare due donne incinte e per di più una con un bambino appena nato in braccio mentre stanno effettuando un furto.
I poliziotti trovavano difficoltà pure a farle salire in macchina, tra il pancione di una ed il bimbo dell’altra erano entrambe “ingombranti”. Con qualche accorgimento riuscivano ad arrivare negli uffici di Polizia del Commissariato di Comiso, comunicando l’avvenuto arresto alla Squadra Mobile che coordina tutte le attività di Polizia Giudiziaria in provincia.
Appena in presenza di personale femminile le due donne venivano perquisite e sotto la gonna occultavano forbici modificate per l’apertura delle porte ed una pinza per poter operare con forza sulle serrature così come avevano appena fatto a Comiso via Galilei. Fin qui tutto assolutamente nella norma, si tratta di attività che la Polizia di Stato affronta quotidianamente, ma qualcosa di quasi incredibile stava per accadere.
GLI ALIAS DELLA “PROFESSIONISTA” E LA SUA STORIA CRIMINALE
Una volta comunicato il nominativo delle donne la Squadra Mobile procedeva ad esaminare i diversi alias forniti negli anni. Uno dei nominativi sembra simile a quello di una donna già tratta in arresto pochi mesi prima dal Commissariato di Modica che in considerazione sempre della presenza di un bambino era stata sottoposta agli arresti domiciliari, ma subito evasa per non essere processata per direttissima.
Dagli incroci sui nominativi forniti alla Polizia e dalle impronte digitali, quella che sembrava una strana coincidenza è diventata realtà, le impronte esaminate dalla Polizia Scientifica non mentono, sono uniche per ogni soggetto e quindi, avendo certezza che si trattasse proprio di lei, si procedeva ad esaminare tutte le identità fornite negli anni.
Maric Vesna (uno dei tanti nomi dichiarati) ha fornito alla Polizia negli anni ben 90 identità diverse. Verificare i precedenti penali della donna è stata un’impresa ardua, 14 ore di lavoro ininterrotte solo per appurare tutti i fatti reato commessi. La Squadra Mobile era a conoscenza (in quanto la ricercava dal giorno dell’evasione da Modica) che la signora fosse destinataria di 2 ordini di cattura per espiare la pena di 9 anni e 10 mesi ed un altro di 7 anni e 2 mesi, inoltre doveva essere catturata su disposizione della Procura di Firenze per un’articolata indagine della Squadra Mobile del capoluogo toscano sempre poiché responsabile di furti.
La storia criminale di Maric è fatta di furti in abitazione, poi borseggi e ricettazione, il tutto sempre commesso con arnesi atti allo scasso come in questo caso. Non ha commesso altri reati, solo furti, in particolar modo la sua specialità, sono i furti in abitazione.
Non ha mai fatto lunghi periodi di detenzione, era sempre incinta o con bambini molto piccoli che nel suo modus operandi, portava sempre al seguito proprio per non incorrere nel carcere.
Nella borsa il certificato che attesta lo stato di gravidanza sempre aggiornato così da non perdere tempo in ospedale ed essere sempre rilasciate il più presto possibile, così come il certificato di nascita dei suoi 6 figli nati in diverse città italiane, l’ultimo quello in braccio, a Palermo dove ovviamente ha commesso altri furti.
Le sue 90 diverse identificazioni sono state accertate in tutta Italia, impossibile citare tutte le città perché ne mancano davvero poche per completare tutta la penisola, ha commesso crimini in quasi tutte le regioni d’Italia.
La serenità delle due arrestate fa quasi impressione all’interno degli uffici della Squadra Mobile, sembrano certe che tra poco usciranno e soprattutto ben consapevoli di ciò che accadrà. Hanno entrambe nominato un avvocato del Foro di Roma pronto a prendere un aereo per assisterle nei vari processi da celebrare a loro carico.
LA PERSONALITA’
Quando uno Funzionario della Questura rivolge i propri complimenti ai poliziotti, una delle donne con un sorriso sulle labbra ed in modo ironico si esprimeva così: “complimenti? non avete mica arrestato Riina o Provenzano, noi siamo due madri di famiglia”.
Su questo non c’è dubbio sono madri di famiglia infatti hanno rispettivamente 4 e 6 figli, ma questo non esclude le loro responsabilità.
Dopo un po’ la loro serenità iniziava a vacillare quando capivano che vi erano diversi contatti tra la Polizia e la Procura per poter ottenere la custodia in carcere nonostante la presenza del bambino e lo stato di gravidanza di entrambe. La difficoltà di poterle accompagnare in carcere donne incinte e la Maric per di più con il neonato in braccio sembravano insuperabili ma la legge prevede delle eccezioni.
La Procura della Repubblica di Ragusa dopo un’attenta valutazione dei fatti rappresentati dalla Polizia di Stato e stante la pericolosità di entrambe le donne, ha disposto difatti che venissero comunque accompagnate in carcere nella struttura di Piazza Lanza a Catania, istituto di pena che ha un settore specializzato per detenere soggetti con queste particolari situazioni familiari e sanitarie. Avendo intuito che questa volta le porte del carcere stavano per aprirsi una delle arrestate ha avuto un malore ma l’intervento del 118 ha constatato che nulla impediva la detenzione ed era solo un problema emotivo.
LE INDAGINI
Alla Maric, oltre alla notifica delle ordinanze di cattura per espiazione pena, sono stati notificati diversi divieti di ritorno nei vari comuni dove ha dimorato e commesso delitti. La misura di prevenzione imposta dai Questori delle Province dove ha commesso reati il più delle volte non era stata notificata in quanto la stessa si allontanava ancora prima di essere individuata per poi ritornare a delinquere e fuggire di nuovo. Al momento la Squadra Mobile sta continuando a ricevere provvedimenti da notificare alla donna in quanto ricercata da tutta Italia.