La Corte d’Assise di Siracusa ha condannato 20 somali con pene complessive per circa 150 anni di reclusione, riguardo l’indagine avviata dall’allora Procura di Modica sul traffico telefonico di alcune utenze cellulari in possesso di clandestini sbarcati a Pozzallo. Si tratta degli ultimi coinvolti nella vasta operazione avviata dalla magistratura modicana
Con una capillare attività d’intercettazioni telefoniche era emerso che gli imputati, alcuni in veste di promotori ed organizzatori, altri partecipi, avevano costituito un’associazione per delinquere transnazionale che procurava, dietro pagamento di ingenti somme di denaro, l’ingresso illegale in Italia, sotto falso nome, da Grecia, Kenya e Somalia, di extracomunitari di nazionalità somala per poi trasferirli in Olanda, Inghilterra, Svezia, Norvegia e Finlandia. I giudici d’Assise hanno condannato, infatti, venti somali, da tempo residenti in Italia con lo status di rifugiati politici. L’inchiesta, come si diceva, avviata a Modica fu coordinata dalla Procura Distrettuale di Catania, e vi parteciparono Squadra Mobile della Questura di Ragusa e Sco di Roma, oltre al Gico del Nucleo di Firenze della Guardia di Finanza. Il 13 dicembre 2012 furono emesse dal Gip di Catania, 48 ordinanze di custodia cautelare in carcere che furono eseguite nelle province di Firenze, Prato, Siena, Torino, Cuneo, Biella, Milano, Bergamo, Genova, Napoli, Padova, Roma, Palermo. Due imputati furono arrestati in Germania ed in Inghilterra. Gli altri 28 imputati erano già stati tutti condannati in primo grado. Le accuse: associazione a delinquere, numerosi delitti di favoreggiamento aggravato e sfruttamento dell’immigrazione clandestina, contraffazione di pubblici sigilli, sostituzione di persona, false attestazioni a pubblico ufficiale sulla propria identità, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi.