Monta la protesta dopo la soppressione da parte del direttore generale dell´Asp di Ragusa, Maurizio Aricò, della guardia interdivisionale notturna all´Ospedale Maggiore, ha scatenato le previste reazioni su tutto il fronte. Su Facebook sono numerosi gli utenti indignati da questo ennesimo taglio e gridano alla vergogna. Sul fronte politico, il Partito Democratico lamenta un “ulteriore aggravio di carico di lavoro sul personale addetto al pronto soccorso da adesso chiamato a dividersi tra le emergenze esterne e quelle interne”.
“Questo – dice il Pd – è un indebolimento dei servizi sanitari di prima necessità per i cittadini che non può trovare giustificazione alcuna e men che mai nella presunta carenza di personale che ha portato prima alla sospensione ed infine alla soppressione del servizio “scaricandolo” al Pronto Soccorso già noto per le sue problematiche di carenze di personale e lunghe attese degli utenti. Invitiamo quindi la dirigenza Asp a revocare questa decisione e trovare soluzioni che rafforzino, anziché indebolire, i servizi sanitari di prima linea e chiediamo altresì un incontro con il manager Aricò per essere notiziari dell´iter di avanzamento dell´appalto del nuovo pronto soccorso e delle misure che la dirigenza ha intenzione di intraprendere per il potenziamento dei servizi”. Vito D’Antona di Sinistra Ecologia Libertà non è da meno sulla questione. “Un altro duro colpo alla rete dei servizi nella città di Modica . Appare evidente – dice – che il sistema della reperibilità dei medici responsabili dei reparti gli interventi notturni urgenti che potrebbero interessare i pazienti la dilatazione dei tempi potrebbe avere serie ripercussioni sulla assistenza ai cittadini. E’ illogico scaricare sul Pronto Soccorso le emergenze provenienti dall’interno dell’ospedale, quando da anni assistiamo ad una situazione, anche a fronte dell’abnegazione del personale addetto, ormai al limite.
Aricò addebita questo taglio alle “necessità espresse dai direttori di Nefrologia, Geriatria e Malattie Infettive, e alla riduzione del numero dei medici partecipanti, passati da 22 a 11.”