ITALICUM. IL CAPOLAVORO DI RENZI. E SE SI INDEBOLISCE E NON RAGGIUNGERA’ RISULTATI DA PRIMATO?

emanuele cavallo

Finalmente la partita della legge elettorale è chiusa! Salvo diverso avviso della Consulta. L’Italia ha una legge elettorale che garantisce la governabilità per una intera legislatura.
Si è deciso di cambiare la forma di governo da Parlamentare pura a non si sa che cosa. Di sicuro questa legge produrrà una oligarchia, guidata da un leader, dotata di poteri decisionali senza precedenti nella storia della Repubblica che rievoca altre tristi vicende.

È vero che saranno presenti in parlamento forze politiche piccole considerata la soglia di sbarramento al tre per cento, ma è anche vero che queste nulla potranno fare rispetto a decisioni che potrebbero cambiare la vita dei cittadini in maniera devastante. Perché quando il potere decisionale è riposto su pochissime persone è facile che trovino accordi anche su temi che rappresentano per il nostro paese e per la nostra società l’essenza.
La cosa più inquietante è che tutte le riforme in agenda portano verso questa direzione. Basti pensare al nuovo Dirigente scolastico che uscirà fuori dalla riforma della scuola, a cui vengono affidate le sorti degli insegnanti che dopo anni e anni di graduatorie potrebbero essere scalzati dall’amico dell’amico, si sa come vanno queste cose.

L’approvazione della legge elettorale conferma la ciclicità della storia e come l’uomo non impara mai la lezione dalla storia.
Senza presunzione di scientificità storica, perché non ne ho le competenze, voglio ricordare a me stesso quello che accadde nel 1953 che sembrerebbe avere alcune similitudini con la vicenda attuale. Un partito convinto di vincere le elezioni con ampissimi consensi, disegna e fa approvare in parlamento, a maggioranza, la famigerata legge elettorale, definita legge truffa, che assegnava un premio di maggioranza spropositato a chi raggiungeva (la differenza con quella di Renzi è che il premio di maggioranza era assegnato alla lista o al gruppo di liste) il quorum previsto dalla norma. Le dinamiche in parlamento furono simili a quelle a cui abbiamo assistito noi in queste settimane, abbandono dell’aula, proteste sia a destra che a sinistra ecc. ecc…
Come sappiamo tutti le elezioni non seguirono le convinzioni dei fautori della legge elettorale.
Ora è di ieri la notizia che Pippo Civati, uno dei capi corrente nel PD, ha lasciato il partito per aderire al gruppo misto, in dissenso dichiarato con la giovanissima dirigenza. Nessuno lo ha seguito, al momento, ma non è da escludere che si stia già lavorando alla nascita di un partito di sinistra con altri soggetti. Perché di sicuro non tutto l’elettorato di sinistra accetta che il PD diventi da sé un gruppo misto, allontanandosi da quelle che sono le proprie tradizioni.
Questo potrebbe portare ad un ridimensionamento di Renzi e company e non è detto che il PD con i soli renziani rimanga ancora il partito del 40%. Ed ecco che allora si apre uno scenario sicuramente diverso da quello auspicato da Renzi. Perché se dovessero andare al ballottaggio Renzi e Grillo (attualmente il secondo partito), con una legge elettorale che al secondo turno rende ininfluente il numero dei parlamentari dei partiti piccoli che non saranno assolutamente interessati a fare campagna elettorale lasciando, probabilmente, l’elettorato libero, non c’è nulla di scontato sulla vittoria del PD considerata anche la grande opportunità che verrebbe offerta al paese di sbarazzarsi, finalmente e definitivamente, di chi i cittadini considerano il male della loro esistenza. È sicuramente fantapolitica che probabilmente fa paura anche a Grillo che non potrà tirarsi indietro per scelta visto che la legge lo obbligherà a governare.
Se così fosse questa legge elettorale di trasformerebbe in uno strumento vero in mano ai cittadini per manifestare tutto il proprio dissenso verso una classe politica che si è dimostrata incapace di gestire le emergenze vere del paese spendendo energie fondamentali per le riforme che non daranno sicuramente frutti per l’economia reale.
Questa legge elettorale costringe il sistema politico al cambiamento e porta alla snaturalizzazione del sistema parlamentare creando un pasticcio, ed questo l’aspetto che la consulta dovrebbe prendere in considerazione. Per dirne una la fiducia al Governo non si formerà più in Parlamento ma bensì nelle cabine elettorali che da una parte da più voce al popolo ma nei fatti non è più in linea con la Costituzione.
Un caro augurio all’Italia.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa