Comiso, Operazione “Jia”. Prime condanne

tribunale

Scattano due condanne per altrettanti imputati nel processo all’Operazione “Jia”(falso), con la quale è stata sgominata un’organizzazione che rilasciava falsi permessi. Il Gup di Catania, Franesco D’Arrigo, ha condannato, col rito abbreviato, a sette anni e un mese di reclusione, Antonino Di Marco, 43 anni, titolare di un’agenzia d’affari, e a cinque anni il commerciante ambulante  Salvatore Di Stefano, 53 anni, all’epoca ,   Vice Presidente dell’Asd Comiso Calcio.

L’associazione smantellata era diventata un punto di riferimento in tutta Italia. Tra le pratiche esaminate c’erano quelle di cinesi provenienti da Prato, Milano, Torino, Roma, Ancona, Reggio. Veniva falsificato di tutto, tranne il permesso di soggiorno che se rilasciato era chiaramente originale.
L’extracomunitario che si trovava in Italia perché entrato clandestinamente si rivolgevano a Qiyin Zhunato detto  Zhu, che in qualità di intermediario (il cosiddetto “collettore”, colui che portava la “materia prima” da lavorare all’associazione), percepiva dal soggetto dai 7 ai 9 mila euro. Zhu, in Italia da diversi anni e residente a Comiso, contattava Di Marco e poi altri attivando i medesimi per i rispettivi compiti operativi.
Secondo la Polizia tutti gli arrestati contribuivano fattivamente a reperire i diversi documenti necessari per il ricongiungimento, producendo alla Pubblica Amministrazione (Sportello Unico per l’Immigrazione della Prefettura di Ragusa, INPS, Agenzia delle Entrate, Questura, Camera di Commercio, Registri Immobiliari) attestazioni false o alterate. Di Marco veniva contattato da Zhu e da li si poneva in essere la procedura illecita con fabbricazione dei documenti falsi. Era stato coinvolto anche Giorgio Cappello quale Tecnico della Prevenzione dell’Asp (Ufficio Igiene e Ambiente di Vita) che in qualità di Pubblico Ufficiale attestava avrebbe falsamente l’idoneità dell’immobile da punto di vista igienico sanitario, di poter ospitare fino a 4 persone, sopralluogo molto spesso mai effettuato, in altri casi non idoneo per cui veniva dichiarato il contrario. La Corte Suprema, però, ha annullato l’ordinanza. Il prossimo 29 maggio inizierà il processo contro gli altri indagati, ma a piede libero, mentre gli altri saranno giudicati dalla Corte d’Assise.

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