Ust e Filca Cisl: Il governo rispetti l’impegno assunto con la Ragusa-Catania

Gallo Sanzaro

«La Catania-Ragusa è di interesse nazionale, il governo rispetti l’impegno assunto con una intera regione che pretende di essere tra le priorità del Paese». Paolo Sanzaro e Paolo Gallo, segretari generali, rispettivamente, di Ust e Filca Cisl territoriale, tornano sulla vicenda dell’autostrada Catania-Ragusa e sul recente incontro con il ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio.

«Abbiamo registrato le rassicurazioni del ministro – sottolineano Sanzaro e Gallo – ma l’ennesimo scadenzario per una vicenda che, negli ultimi anni, ha registrato rinvii e ritardi, non può bastare. Il cronoprogramma anticipato da Delrio deve, necessariamente, scadere entro il prossimo 13 giugno.
Abbiamo sostenuto più volte, come sindacato, che il progetto risalente al 1998 doveva essere adeguato nei costi e nelle tecniche di esecuzione. Oggi è stata confermata la nostra richiesta e le nostre perplessità. Ora chiediamo che il confronto tra governo e la Società di progetto avvenga in tempi rapidissimi per accertare adeguamenti progettuali e costi necessari».
Nella sua fase progettuale l’autostrada prevedeva la realizzazione di un asse stradale lungo 68 chilometri, dal capoluogo ibleo all’intersezione con l’autostrada Siracusa-Catania a Lentini, con gran parte dell’opera ricadente in territorio siracusano.
L’opera prevedeva l’ammodernamento parziale delle vecchie arterie statali 194 e 514, con il raddoppio delle corsie, e, in parte, nuove costruzioni, con 19 gallerie e 25 viadotti.
Il progetto della Ragusa-Catania risale al 1998 e, nel 2001, fu inclusa nel Corridoio Plurimodale Tirrenico- Nord Europa dal Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica). Il costo variava di anno in anno: dall’iniziale previsione di quasi mezzo miliardo di euro, nel 2004 veniva presentato un progetto dall’Anas di oltre 1,2 miliardi di euro, approvato solo due anni dopo, con delibera dello stesso Cipe.
Nel marzo del 2008 veniva deliberato che il contributo pubblico non poteva essere superiore al 50 per cento dell’intero importo e, un anno dopo, con delle imprese che avevano già mostrato interesse, era definitivamente accolto un progetto del costo di 815 milioni di euro (più della metà a carico dei privati). L’opera era così inserita nel Dpef 2010-2013 tra quelle «avviate».
«Certo, resta da capire come mai le rassicurazioni di Lupi siano state sconfessate da Delrio – sottolineano Paolo Sanzaro e Paolo Gallo mettendo a confronto gli ultimi due ministri per le Infrastrutture del governo Renzi – Il primo, il giorno della firma della convenzione, il 7 novembre 2014, aveva definita la Ragusa-Catania “un’opera decisiva per il sistema viario e un’infrastruttura di alta ingegneria”. Il secondo l’ha eliminata dalle priorità del Def. C’è qualcosa che ci sfugge».
«Per noi resta indiscutibilmente una priorità per le province interessate – concludono Sanzaro e Gallo -, per la Sicilia e per il paese. Se creiamo sviluppo e infrastrutture ad aree strategiche del mezzogiorno, cresce l’Italia e la sua economia».

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