Oggi alle 18,30 a Palazzo Grimaldi , nell’ambito del ciclo di incontri sulla storia di Modica nell’Ottocento e nel Novecento organizzato dalla Fondazione Giovan Pietro Grimaldi e dall’Unitre, la studiosa Marcella Burderi terrà una conferenza dal titolo “Clementuzzu e i suoi fratelli. Sguardo sulla Modica occulta di fine Ottocento”. Introdurrà Rinaldo Stracquadanio, presidente dell’Unitre di Modica.
La studiosa prenderà spunto da un terribile fatto di cronaca, un episodio di cannibalismo, verificatosi a Modica nella seconda metà dell’Ottocento, per gettare luce su un coacervo di superstizioni, misteriose credenze, religiosità popolare, sopravvivenze pagane, magia, occultismo e spiritismo, ancora fortemente radicati in alcuni ambienti dell’ex città della Contea in piena età positivista.
Il macabro episodio – ne parla anche Serafino Amabile Guastella nelle lettere all’antropologo Giuseppe Pitré – fa riferimento all’uccisione di un bimbo di nome Clemente da parte di due popolane che poi ne mangiarono il fegato. L’inchiesta e il processo che ne seguì, ricostruiti dalla Burderi sulla base degli atti giudiziari e delle carte d’archivio, appurarono che le donne avevano compiuto quel cruento delitto spinte dalla convinzione di poter “liberare” una trovatura, cioè un tesoro nascosto, dall’incantesimo che impediva di portarselo a casa. Secondo un’antica e terribile tradizione, infatti, per impadronirsi di quella trovatura bisognava uccidere un fanciullo di nome Clemente e mangiargli il fegato nel luogo stesso in cui il tesoro era sepolto.
La studiosa, con uno sguardo da storica e da antropologa, ci guida in un viaggio affascinante e inquietante nell’universo dell’irrazionale che come un fiume carsico riemerge talora in superficie in modi e forme impreviste.