Convegno su “Sprechi e tasse, il Comune di Modica verso il dissesto?” Il forte dissenso

sprechi e tasse

“Vogliamo che Modica sia gestita con le norme e le regole di un ente pubblico, perché il Comune non è un’azienda privata che appartiene al sindaco Abbate e ai suoi assessori. Non è possibile essere perennemente in campagna elettorale: la ricerca del consenso e l’amministrazione della città sono momenti diversi, che devono restare separati”.

Così il segretario generale della Cgil di Ragusa Giovanni Avola ha spiegato i motivi per cui il sindacato ha organizzato venerdì scorso il convegno dal titolo “Sprechi e tasse, il Comune di Modica verso il dissesto?”, ma soprattutto perché, a partire da oggi, assumerà una serie di iniziative orientate a “determinare una inversione di rotta” nel governo della città: “Insieme a una delegazione della Cgil – ha annunciato Avola – sarò ricevuto dal Prefetto di Ragusa, a cui racconteremo di molte anomalie che riscontriamo ogni giorno. Inoltre abbiamo già preso contatti con l’assessore regionale agli enti locali Leotta, a cui chiederemo una immediata ispezione sugli atti amministrativi”.
Se al segretario della Camera del lavoro di Modica Salvatore Terranova è toccato il compito di ricostruire l’andamento della questione finanziaria negli ultimi anni, ricordando quali sarebbero le conseguenze del dissesto – un pericolo ancora ben presente, dal momento che il Ministero non ha ancora approvato il Piano di riequilibrio – su questo terreno si sono confrontati in molti: Michele Campioni dello Spi Cgil, il capogruppo del Pd Carmelo Cerruto, il segretario dell’Udc Papè Rizzone, il consigliere di Sel Vito D’Antona, e ancora l’avvocato Antonio Ruta e il professor Piergiorgio Barone. Quest’ultimo ha stigmatizzato l’inadeguatezza dell’Amministrazione comunale per le scelte operate sul depuratore della Fiumare e per le quali si rischia l’illecito ambientale.
Gli oltre 600 mila euro di spese per “feste, sagre e spettacoli” spesi nel 2014, le tasse in costante aumento sulle spalle dei cittadini e ancora la gestione del Cimitero, il Piano regolatore generale, la perdita del ruolo comprensoriale della città, sono solo alcune delle questioni che preoccupano il sindacato: “Non siamo pregiudizialmente contro questo sindaco – ha concluso Avola nel suo intervento finale – ma siamo contro il suo approccio politico e le procedure amministrative che è abituato a seguire. Un esempio su tutti? La gestione degli appalti. Ricordiamo che il Comune di Scicli è stato sciolto, tra le altre cose, per le numerose proroghe nel servizio di nettezza urbana, che pure a Modica continuano a protrarsi: è chiaro che in questo rischio non vogliamo inciampare”. Avola è stato durissimo, inasprendo lo scontro tra il sindacato e l’Amministrazione modicana: “Il sindaco porta avanti una campagna mediatica contro di noi, accusandoci di fare politica. Bè, se per politica si intende il dovere civico di occuparsi delle sorti di Modica, allora sì: facciamo politica. La facciamo nella sua accezione più nobile: la politica che persegue ciò che è giusto, laddove i privati perseguono ciò che è utile. La legalità, la trasparenza, la correttezza degli atti amministrativi sono le cose in cui crediamo e che chiediamo per questa città”.
Ecco comunque in sintesi le proposte della Cgil sulle questioni finanziarie:

1. TARI: restituire un 1.161.654,24 pagato in eccedenza nel 2014 attraverso il conguaglio nelle bollette 2015 garantendo altresì esenzioni e riduzione nel 2015 come da accordo con le O.O.S.S.
2. Nuovo regolamento comunale per esentare dal pagamento Tari le imprese artigiane e commerciali che smaltiscono i rifiuti speciali a norma di legge.
3. Riduzione della TASI del 50 % con relative detrazioni per le fasce più deboli.
4. Applicazione al minimo dell’IMU agricola e nuova classificazione del territorio per le aree montane esenti dal pagamento.
5. Rimodulazione residui attivi 2014 attraverso lo scorporo dei crediti inesigibili.
6. Rinegoziazione mutui Cassa Depositi e Prestiti entro il 12 Giugno.
7. Bilancio sociale partecipato per tutelare ulteriormente la condizione socio assistenziale delle fasce più deboli del territorio.

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