TRA L’ESULTANZA DI TUTTI I FALSI VINCITORI EMERGE LA VERA SCONFITTA DELLA POLITICA

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Il dato vero che emerge dalle consultazioni elettorali svoltesi ieri in sette Regioni italiane che chiamavano alle urne più d’un terzo d’italiani aventi diritto al voto per eleggere i Governatori è quello d’una sempre più marcata volontà di non andare a votare.
Infatti, solo la metà di questi elettori ha risposto esprimendo il proprio diritto/dovere al voto, l’altra metà ha preferito restarsene a casa oppure concedersi una gita fuoriporta, sicuramente più salutare di quanto non risulti oggi l’espressione del proprio voto.

Eppure, secondo un copione ormai divenuto sempre più stucchevole,tutti i leader dei vari partiti e movimenti, trovano motivi di esultanza dal responso del voto come se avessero tutti trionfato.
Il risultato finale, quasi certamente, assegnerà 5 Regioni al PD e 2 al centrodestra, dati che confermano le previsioni della campagna elettorale e che non legittimano alcuna esultanza.
Il Veneto rimane all’uscente Zaia, la Liguria va a Toti di Forza Italia, le altre 5 Regioni confermano le realistiche previsioni di chi riesce a rimanere coi piedi per terra.
Mi piacerebbe dunque capire l’esultanza di Salvini e la soddisfazione del PD che si proclama vincitore 5 a 2 della tornata elettorale.
In realtà, se di vincitori si vuole parlare, l’unico movimento legittimato a farlo è quello pentastellato che ha rastrellato un bel numero di voti ed ha ottenuto dei piazzamenti significativi in tutte le 7 Regioni.
Salvini non ha incassato il risultato di passerelle da nord a sud perchè evidentemente ritenuto demagogico; Renzi perde una Regione importante come la Liguria, il movimento di Grillo conquista consensi ma probabilmente non convince ancora tutti gli elettori.
L’unica verità che può desumersi da questa competizione è che mancano i numeri per un reale e necessario cambiamento della politica, forse perchè gli italiani ,se non toccano il fondo, non trovano le energie per cambiare.
Praticamente, nulla è cambiato ma soprattutto non cambia la falsità dei politici che ancora una volta si dichiarano tutti vincitori quando in realtà, con un minimo di onestà intelettuale, dovrebbero dichiararsi tutti responsabili del fallimento della politica.

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