«Sessantanove anni fa il popolo italiano, preferendo la Repubblica, fece la scelta di vivere nell’unità e nella concordia assumendo il tricolore quale simbolo dell’intera nazione.» Con queste parole il sindaco Piero Rustico oggi ha dato inizio al suo discorso tenuto durante la cerimonia per la festa della Repubblica. Anche quest’anno presenti autorità civili e militari, associazioni che operano nel territorio e semplici cittadini che con la loro presenza hanno sentito di dare rilevanza alla festività.
La cerimonia, solenne e sentita, quanto sobria, ha avuto inizio a Palazzo Bruno da dove è partito il corteo, seguito dalle note intonate dalla banda “Arturo Toscanini”, che attraversando alcune strade della città si è portato in Corso Garibaldi davanti alle lapidi dei patrioti G. Figura e A. Brancati e successivamente in Piazza dell’Unità d’Italia davanti ai monumenti alla Resistenza e ai Caduti. Per ognuno, il Sindaco, accompagnato dalla Polizia Municipale e da due Carabinieri in alta uniforme, ha deposto una corona di alloro mentre dalla tromba di Tonino Pappalardo si levavano le note del silenzio. Al termine non è mancato l’Inno d’Italia davanti al Monumento ai Caduti. Ed proprio a questi, visto il ricorrere del Centenario della Grande Guerra, che il Sindaco ha dedicato parte del suo discorso in cui tra l’altro si legge: «… dinanzi a questo Monumento ai Caduti della Grande Guerra, mentre il trombettiere prima e la banda dopo scandivano le note del silenzio e dell’Inno nazionale, ho rivolto un deferente pensiero a tutti i nostri concittadini che hanno sacrificato la vita al servizio del Paese. Nel 69esimo anniversario della Repubblica e a cent’anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, ho rinnovato con particolare commozione il mio omaggio ai Caduti i cui nomi sono immortalati in questo monumento e agli altri 145, che per ragioni che non ci è dato conoscere, non sono qui scritti. Per loro abbiamo inoltrato il 12 febbraio scorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la domanda di partecipazione alla selezione di iniziative culturali commemorative della Prima Guerra Mondiale, che consentirà all’Amministrazione Comunale, in questo anno di celebrazioni, di fissare per sempre nella memoria collettiva della nostra comunità anche i nomi dei Caduti “dimenticati” di quell’immane tragedia che ha segnato indelebilmente la storia del nostro Paese e dell’Europa, perché il ricordo di tanto sacrificio non deve sbiadire, le atroci sofferenze, inflitte e ricevute, non devono essere rimosse».
Non è mancato un accenno alla Esposizione Universale: «… un anno cruciale questo per il nostro Paese, che vive da un lato l’esperienza straordinaria e futurista della “Expo Milano 2015”, mentre dall’altro vive, con grande partecipazione emotiva, il 1° centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, il 24 maggio 1915 … Un anno importante questo per l’Italia che si ferma a riflettere su un suo tragico passato mentre guarda con occhio attento al suo futuro». Nel discorso del Sindaco il monito a che il ricordo del sacrificio di tanti non sbiadisca, perché i «caduti, di ogni nazione e di ogni tempo, ci chiedono di agire, perché in ogni parte del mondo si affermi la pace. Si tratta del modo più alto per onorare, autenticamente commossi, il tanto sangue versato anche dai nostri concittadini». Il Primo Cittadino ha concluso rivolgendo i suoi auguri «oggi, per l’undicesima volta, con immutati sentimenti di sincera vicinanza personale, mentre mi accingo a passare il testimone a chi mi succederà nel governo della Città e al quale lascio la consegna che questa è una ricorrenza da celebrare sempre in spirito di unità: cittadini, istituzioni, forze armate».