Ragusa, salvata la democrazia in Consiglio Comunale. 5 consiglieri d’opposizione, con 300 emendamenti, smantellano la riforma del Regolamento comunale

assessore allo sviluppo economico Sonia Migliore

Salvata la democrazia in Consiglio comunale. 5 consiglieri d’opposizione, con 300 emendamenti, smantellano la riforma del Regolamento comunale proposta dai grillini.
Grazie all’approvazione degli emendamenti presentati da Sonia Migliore (prima firmataria) e dai consiglieri Manuela Nicita, Elisa Marino, Gianluca Morando e Angelo La Porta è stato salvato l’impianto originario del Regolamento comunale. “Abbiamo ripristinato la democrazia in Consiglio comunale –

dichiarano i consiglieri d’opposizione firmatari dei 300 emendamenti, di cui una cinquantina sono stati approvati – evitando la paralisi dell’Ente”.

“Tanto rumore per nulla, potremmo dire o, come si dice in questi casi, la montagna ha partorito solo un topolino”. Così dichiarano i consiglieri all’indomani della discussione in Aula sulla modifica del Regolamento comunale. Ma andiamo per ordine.
“Grazie agli emendamenti che abbiamo presentato abbiamo ripristinato e rafforzato l’attività ispettiva, che volevano eliminare. I grillini, insieme al Movimento Città, volevano metterci il bavaglio, riducendo i tempi di intervento in Aula a soli 5 minuti contro i 15 del Regolamento precedente (10 minuti del primo intervento ed i 5 minuti di replica). Adesso i 10 minuti sono diventati 8 e i 5 minuti sono scesi a 4.

Avevano proposto di eliminare i 120 minuti di comunicazione, 10 minuti per consigliere, grazie a noi questo rischio è stato scongiurato.

Abbiamo ripristinato tutte le modalità di discussione delle interrogazioni e risposte scritte, facendo in modo che le stesse non decadano più, come voleva la maggioranza, nel caso in cui il proponente fosse assente. Adesso, come è giusto che sia, la discussione dell’interrogazione viene rinviata. Inoltre, siamo riusciti, in nome della trasparenza, a far approvare l’emendamento che obbligherà la pubblicazione nel sito web del Comune delle interrogazioni e relative risposte scritte presentate in Aula consiliare, così come si è mantenuta la comunicazione nella seduta ordinaria ed abbiamo eliminato l’idea del voto in Aula senza dibattito, mantenendo i 5 minuti delle dichiarazioni di voto.

Cosa di cui andiamo molto fieri, è il fatto che siamo riusciti ad eliminare l’istituzione del numero legale nelle Conferenze Capi Gruppo, che si erano inventati su base proporzionale in relazione ai consiglieri assegnati.

Abbiamo fatto approvare l’istituzione dello scrutinio segreto qualora venisse votata la sfiducia al presidente del Consiglio.

L’istituto degli Ordini del giorno, per fortuna, non cambierà.

Il nostro grande rammarico, invece, nasce dal fatto che la maggioranza ha bocciato l’emendamento (unico emendamento bocciato) tramite il quale volevamo abolire il gettone di presenza per le sedute di Commissione. Con quest’atto il Movimento 5 Stelle mette fine al populismo dell’abbattimento dei costi della politica, vantato dai grillini, che a questo punto rimane solo una retorica da campagna elettorale. Appena hanno avuto la possibilità di abbattere realmente i costi della politica hanno votato no. Unico punto che condividevamo era la riduzione dei membri delle Commissioni a 10.

Con l’approvazione di questi emendamenti, abbiamo ripristinato la forma originaria del Regolamento comunale, tutelando la democrazia nella nostra città e difendendo la figura ed il ruolo del consigliere comunale, che starebbe stato imbavagliato e ridotto al silenzio, qualora fosse passato l’impianto di riforma del Regolamento proposto da questa maggioranza. Ieri, siamo riusciti a superare la situazione di stallo amministrativo che avevano creato, a causa frettolosa approvazione dello Statuto comunale, che modificava la geografia dell’Aula, senza però avere nessuna corrispondenza col Regolamento. Una situazione che di fatto impediva al Consiglio e alle Commissioni di lavorare, con la conseguenza gravissima di non poter approvare il Bilancio, qualora arrivasse. Solo per grande senso di responsabilità non abbiamo voluto tira la corda. Non abbiamo avuto paura della forza dei numeri e ci siamo battuti con successo con gli strumenti messi a nostra disposizione dalla legge, salvaguardando così l’intera agibilità democratica del Consiglio. Ci auguriamo che la maggioranza abbia capito che la condivisione è sempre più utile rispetto al braccio di ferro a cui ogni volta ci sottopongono”.

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