Regolamentazione taxi e Ncc all’aeroporto di Comiso Il presidente Ascom Digiacomo: “Le soluzioni proposte dall’Amministrazione non ci convincono. Necessarie alternative”

Salvatore Digiacomo presidente Ascom Comiso

“Non ci piace la regolamentazione già decisa dall’Amministrazione comunale rispetto agli spazi da destinare a taxi e Ncc nelle aree di pertinenza dell’aeroporto di Comiso. E, soprattutto, non ci piace il fatto che si cerchi di ammantare come occasione di dialogo un incontro che invece ha il classico taglio del prendere o lasciare. Ma che dialogo è?”. E’ l’interrogativo che arriva dal presidente della sezione Ascom di Comiso, Salvatore Digiacomo, dopo avere partecipato, all’incontro di ieri, convocato dal Comune, con l’assessore allo Sviluppo economico Sandra Sanfilippo e con i rappresentanti di altre associazioni di categoria, sulla regolamentazione della delicata materia. “Dopo che sembra essere andata in fumo la possibilità di uniformare, attraverso un accordo, l’attività degli operatori per conto dei quattro Comuni interessati, oltre a quello di Comiso, Ragusa, Vittoria e Chiaramonte – aggiunge Digiacomo – ora sembrano intenzionati a propinarci una soluzione che, di fatto, andrebbe a privilegiare i taxi, penalizzando, e di parecchio, gli operatori Ncc. Questi ultimi dovrebbero essere sistemati alle spalle di un fabbricato, senza alcuna visibilità rispetto alla potenziale clientela. Allora ci chiediamo: perché non fare al contrario, perché non destinare i taxi in questo spazio (tanto per loro la necessità è quella di mettere in luce la disponibilità dell’operatore della prima fila) e fare in modo che gli operatori Ncc possano utilizzare altri spazi di pertinenza per avere un più immediato contatto con la clientela? Ritengo che si debba inoltrare adeguata autorizzazione alla Soaco per potere eventualmente procedere in questa direzione. E ritengo, altresì, che questa soluzione debba essere avviata in via sperimentale per i prossimi tre mesi. E quindi dopo l’estate ci andremmo di nuovo a sedere per verificare se e quali risultati sono stati riscontrati. Questa è la nostra proposta. E speriamo che possa davvero essere il punto di partenza di un dialogo costruttivo su una materia che richiede, adesso più che mai, grande attenzione”.

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