Il caso De Luca e le pezze di un Premier alla ricerca di salvataggi che indignano gli italiani

image

Prima o poi doveva accadere. Quando si accettano situazioni che confliggono con le leggi in vigore, è inevitabile che dopo si debba ricorrere a compromessi o alla ricerca di strumenti che possano regolarizzare ciò che in realtà regolare non era, ovvero la candidatura di De Luca alla Presidenza della Regione Campania.

Se Renzi avesse voluto impedire la candidatura di De Luca, lo avrebbe fatto sin dall’inizio, supportato dalla legge Severino che di fatto impone l’ncandidabilità dei condannati per reati non colposi, ma non lo ha fatto, forse sperando che non sarebbe stato eletto.
In questi giorni il Capo del Governo si trova nella condizione di pasticciare sulla sua mancanza di coraggio politico e costretto a ricorrere a soluzioni che indignano la parte sana della società.
Si rivolge all’avvocatura dello Stato che denuncia l’esistenza d’un vuoto normativo nella disciplina della sospensione di un Governatore condannato in primo grado e chiede l’emanazione d’una norma che garantisca l’esercizio delle funzioni sostitutive per la sospensione del Presidente e la continuità dell’indirizzo politico emerso dalle consultazioni elettorali.

In pratica De Luca sarà sospeso dopo l’insediamento della Giunta mediante un decreto legge che vedrà affidare al vice Presidente le redini del Governo della Regione Campania.

Poiché questo decreto di sospensione non potrà durare l’intero arco della legislatura, diventa lecito affermare che siamo di fronte all’ennesimo caso di malapolitica ,di arroganza istituzionale e di reale volontà di non rispettare le leggi dello Stato,permettendo che prima o poi, chi non avrebbe potuto,sulla base d’una precisa legge, governi una Regione.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa