I consiglieri di Fratelli d’Italia di Vittoria, Giovanni Moscato e Andrea Nicosia, rispondono al primo cittadino a seguito del suo attacco sul tema della legalità.
“Il sindaco Giuseppe Nicosia – spiegano i consiglieri – ci taccia di essere dei “sostenitori della legalità a convenienza”. Sono parole false e che suonano comiche perché provengono da colui che, a parole, si è eretto a paladino della legalità ma che, nei fatti, si è comportato come il peggior professionista dell’antimafia. Il sindaco ha calpestato qualsiasi principio etico e legalitario facendo della Carta di Pisa “carta straccia”.
Non siamo stati di certo noi ad amministrare e a creare un conflitto d’interessi macroscopico tra l’assessore Dezio e il figlio”. “Noi abbiamo 97mila buoni motivi (tanto quanto la cifra che sarebbe dovuta andare al figlio dell’assessore) – aggiungono Moscato e Nicosia – per dire che di legalità ne possiamo parlare con molta più cognizione di causa del sindaco .
Il caso Dezio – un’onta salita alle luci della ribalta nazionale – ha rappresentato il paradigma distorto del concetto di legalità di questa amministrazione. In un periodo in cui i nostri ragazzi sono costretti a emigrare da Vittoria perché non c’è lavoro né futuro l’amministrazione favorisce soltanto il suo cerchio magico e, in quel caso, un giovane professionista figlio di un membro della giunta.
Inoltre noi, sino a prova contraria, non abbiamo mai ricevuto un avviso di garanzia o un rinvio a giudizio per le tristemente note assunzioni di 4 persone nello staff del sindaco avvenute all’indomani della sua elezione. Assunzioni che hanno portato a Palazzo Iacono la sua claque. Non siamo di certo noi ad aver elargito migliaia di euro di contributi all’associazione del fratello del sindaco, I Soci, che ha sede nello stesso indirizzo dello studio professionale del sindaco”.
“La legalità non si predica ma si pratica – tuonano i consiglieri di FdI -. E proprio per questo motivo ho invitato a più riprese un sindaco per un confronto pubblico a cui si è, purtroppo, sempre sottratto. Così come ha rifiutato il confronto con gli operatori del mercatino imponendo di fatto una chiusura senza il benché minimo dialogo. Il “pugno di ferro” a orologeria del sindaco si è attivato dopo 9 anni che amministra Vittoria. Noi abbiamo solidarizzato con Antonio Prelati per il grande rispetto che abbiamo per la democrazia e per la carica che riveste”. “Esultare per una diffida – concludono Moscato e Nicosia – e additare il presidente dell’Ascom come un fomentatore di disordini qualifica un primo cittadino che la legalità non sa nemmeno cosa sia”.