Inchiesta “Diplomi facili”. Tra gli indagati anche un rosolinese e una modicana

tribunale aula

Ci sono i primi atti concreti nell’inchiesta sui cosiddetti “diplomi facili” che coinvolge cinque istituti scolastici paritari di Ispica, Rosolini, Acireale, Canicattì e Licata. Tra gli indagati spiccano le posizioni decisamente compromettenti, almeno in questa prima fase delle indagini, di G.P., 46 anni di Rosolini, e di L.R., una modicana di 45 anni.

Entrambi gli indagati sono stati sottoposti a perquisizioni domiciliari estese anche alle sedi degli istituti. Le fiamme gialle, in casa della nonna di uno degli indagati, hanno trovato 180 mila euro in contanti e 90 mila in assegni postdatati. I finanzieri ritengono si tratti del denaro indebitamente percepito con la connivenza dei rappresentanti legali dei 5 istituti paritetici i quali avrebbero fatto conseguire diplomi dietro il pagamento di cospicue somme di denaro da parte degli studenti giustificandole come rette di partecipazione. Sarebbe difatti stato accertato che gli elaborati scritti per gli esami venivano sviluppati direttamente dalle segreterie degli istituti scolastici paritari coinvolti nell’inchiesta. Il contante e gli assegni sono stati ovviamente posti sotto sequestro. L’inchiesta, coordinata dalla procura di Ragusa, ipotizza i reati di truffa, falso e associazione per delinquere. Tra gli indagati, oltre ai rappresentati legali degli istituti scolastici paritetici, vi sarebbero personaggi di spicco anche del mondo politico e sui cui nomi vige il massimo riserbo. L’inchiesta avrebbe anche accertato la frequenza delle lezioni da parte di alcuni studenti nonostante, contemporaneamente, si trovassero regolarmente nei rispettivi posti di lavoro. Circa 50 studenti partiti in autobus da Ispica per sostenere la seconda prova scritta degli esami di maturità all’istituto paritario di Canicattì al loro arrivo sono stati bloccati da alcune pattuglie delle fiamme gialle coadiuvate dalla polizia locale. Gli studenti sono stati tutti identificati e poi fatti accedere nelle aule dove erano attesi dalla commissione d’esame. I maturandi sono stati sorvegliati fino alle 14 dai finanzieri per evitare favoritismi o utilizzo di copie già predisposte per superare la seconda prova scritta. Non a caso parecchi studenti hanno consegnato i fogli in bianco.

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