Indagine sul depuratore di Modica. Ci sono 11 indagati

depuratore

Sono undici le persone indagate nell’inchiesta coordinata dalla procura di Ragusa e condotta dalla polizia provinciale sul presunto inquinamento causato dal depuratore di contrada Fiumara a Modica. Nel registro degli indagati ci sono quindi undici nomi, di cui alcuni piuttosto “pesanti”, sui quali vige il più assoluto riserbo assieme alle rispettive qualifiche.

Si tratta comunque di soggetti che hanno avuto a che fare con la gestione del depuratore o che non hanno adeguatamente vigilato sul buon funzionamento della struttura. Dal depuratore risulterebbero essere stati riversati per mesi reflui non trattati nel torrente Modica – Scicli con il probabile inquinamento dell’ecosistema ambientale, delle falde acquifere e dei terreni circostanti, nonché di alcune zone ricadenti nel comune di Scicli di rilevante interesse paesaggistico, come la spiaggia e il mare di Arizza. I reflui in oggetto sarebbero travasati per il malfunzionamento dell’impianto, stando a quanto denunciato in un esposto alla procura e a quanto ripetutamente documentato con foto e filmati dalla consigliera comunale del Pd Ivana Castello e dagli attivisti del Movimento 5 Stelle. Da qui l’iscrizione nel registro degli indagati di undici persone che non avrebbero agito in tempo utile per scongiurare quanto poi si sarebbe verificato: le ipotesi di reato vanno dall’abuso d’ufficio all’inquinamento ambientale passando per omissione in atti pubblici. Novità di rilievo dovrebbero registrarsi a breve con la prossima chiusura delle indagini e la notifica degli avvisi di garanzia agli undici soggetti interessati. Lo scorso maggio, preannunciando una interrogazione parlamentare, la senatrice grillina Ornella Bertorotta aveva parlato di “Una situazione incresciosa che non rende giustizia alla stupenda città di Modica e che rischia di compromettere la salute dei cittadini di Scicli, sul cui corso d’acqua scorrono le acque fognarie modicane. Gli attivisti del M5S di Modica avevano già proposto una soluzione che consisteva nel recupero di due vasche di 300 metri di diametro dal depuratore, originariamente costruite per accumulare le acque depurate a scopo agricolo e mai entrate in funzione”. La parlamentare aveva esortato l’amministrazione comunale di Modica a valutare seriamente questa soluzione “Interrompendo la pratica approssimativa della clorizzazione delle acque di scarico che non vengono trattate. Tale pratica infatti – aveva aggiunto la Bertolotta – non costituisce una soluzione, ma concorre ad aggravare il problema con l’immissione di pericolose quantità di cloro nel torrente”. A tutt’oggi però nulla è stato fatto in tal senso dalla giunta.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa