C’E’ DA FARSI IL SANGUE AMARO!

ballarò

Un vecchio detto recita:chi è causa del suo male pianga se stesso. Ed è giusto che sia così ! Ma gli italiani perché dovrebbero piangere se stessi se il male procurato non dipende da una loro scelta ma servito loro dall’alto ? E ancora : ci si può rassegnare all’idea che al peggio non ci sia mai fine ?
In questi giorni convulsi che vedono in primo piano la questione della Grecia, a seguire i telegiornali, a leggere certi quotidiani, c’è da farsi il sangue amaro.
Chi pensa che stia governando l’Italia, oltre a farlo in maniera alquanto opinabile, non rendendosi conto di ciò che accade nel contesto europeo, piuttosto che trarre spunto dal comportamento assunto da altri Capi di Governo che stanno mostrando di mettere al primo posto la tutela del popolo che rappresentano,

pretendendo pari dignità rispetto agli altri Paesi membri dell’Europa cosiddetta unita, s’improvvisa maestrino, emulando quelli che invece dovrebbe a buon diritto criticare aspramente per una serie di motivi.
I soggetti istituzionali che si sono succeduti nei decenni scorsi in Grecia hanno commesso un’infinità di errori, pagati con sacrifici dal popolo, esattamente come avviene in altri Stati compreso il nostro. L’attuale Governo della Grecia ha vinto le elezioni con la promessa di non chiedere più sacrifici alla popolazione, confidando negli aiuti della Comunità europea nei confronti della quale è già notevolmente indebitata e che per concedere ulteriori aiuti impone delle riforme strutturali sull’età pensionabile, sullo snellimento dei costi della macchina pubblica e sugli aumenti delle aliquote Iva.
Insigni economisti di fama mondiale sostengono quasi all’unisono che la crisi d’uno Stato non può risolversi con l’austerità ma con gli investimenti pubblici e con una incisiva revisione della spesa pubblica.
Si capisce bene che i succitati economisti non trovino condivisione in coloro che rappresentano i Paesi del nord Europa in quanto palesemente asserviti ai grandi finanzieri internazionali, ma che rimangano inascoltati anche dal nostro primo Ministro è davvero sconcertante.
Sarebbe stata la cosa più normale al mondo che Renzi promuovesse il coraggio di Tsipras che sta sfidando un gigante per rispettare le promesse fatte al suo popolo ed invece gli fa la ramanzina e lo invita a riflettere sul perché l’Italia avrebbe accettato di fare le riforme imposte dall’Europa e la Grecia non dovrebbe adeguarsi.
La risposta è contenuta in poche considerazioni : Tsipras è meno schiavo dell’Europa e più rispettoso del popolo che rappresenta più di quanto non stia risultando Renzi; Tsipras è meno legato al potere di Renzi e lo sta dimostrando dando la parola al popolo e mettendo in conto la propria uscita di scena. Renzi invece, di fronte al netto rifiuto di tutti gli altri 18 Paesi sulla ripartizione delle quote degli immigrati, incassa il colpo e rimane incollato alla sua poltrona come se nulla fosse accaduto.
C’è da farsi il sangue amaro !

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