Usura, estorsioni e riciclaggio. Ai domiciliari a S.Croce direttore di banca e imprenditore

guardia di finanza

Arrestati e ammessi alla detenzione domiciliare un direttore di banca e un imprenditore coinvolti in un’inchiesta che ipotizza un vasto giro di usura ed estorsioni per circa 200 mila euro scoperto dalla guardia di finanza ai danni principalmente di commercianti del comprensorio e non solo.

Sono stati fin da subito concessi gli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni al direttore della filiale di Santa Croce Camerina dell’Unicredit Daniele Francioni, 55 anni, e all’imprenditore 27enne Marco Falcone, entrambi incensurati. I due arresti si aggiungono a quello di un mese fa del 40enne Gianluca Guastella, con precedenti: per quest’ultimo le manette erano scattate in flagranza mentre ritirava una grossa somma da un commerciante piuttosto noto di Santa Croce Camerina. I finanzieri hanno sequestrato 180 mila euro tra contante e assegni bancari di cui buona parte custoditi in casa di Falcone, ma non solo. Si tratta di denaro che sarebbe stato versato dalle persone taglieggiate a titolo di garanzia per i prestiti ottenuti. Da qui anche l’accusa contestata al terzetto di riciclaggio di proventi illeciti scaturiti da usura ed estorsione. Non a caso le vittime venivano talvolta convinte con metodi non proprio ortodossi a pagare quanto dovuto. Stando alle indagini, Falcone si poneva come una sorta di intermediatore tra le persone che versavano in stato di difficoltà economiche e il direttore di banca Francioni, che, grazie alla sua posizione, era a conoscenza dei nominativi delle persone che avevano bisogno di liquidità. Queste ultime, una volta recatesi in banca, si vedevano quasi sempre negare un mutuo o un prestito dall’istituto di crestio in quanto il loro profilo non era compatibile con i parametri stabiliti. Alle vittime designate veniva quindi proposto un prestito, per così dire “fuori dai canali ufficiali”. Gli interessi applicati alle somme prestate sarebbero stati piuttosto elevati, al punto che parecchi tra i commercianti finiti nel vortice non riuscivano più a venirne fuori. Stando a quanto esposto dai finanzieri, sarebbe stato Guastella ad occuparsi di riscuotere. E infatti i finanzieri lo avevano arrestato in flagranza un mese fa mentre faceva l’esattore per conto degli altri complici. L’arresto era stato convalidato dal gip Giampiccolo al termine di oltre due ore di interrogatorio nel corso del quale l’uomo aveva negato di essere coinvolto in un giro di “cravattari”, ammettendo parzialmente di aver prestato del denaro per aiutare degli amici. Soldi che in parte gli sarebbero stati restituiti. Ma il 40enne, che si trova ancora richiuso nel carcere di Ragusa, sarebbe con buona probabilità solo uno dei “pesci piccoli” dell’intera organizzazione, che pare abbia ramificazioni anche al di fuori del contesto ibleo. Non a caso le indagini non sono ancora concluse. E’ certo che i vertici centrali dell’istituto Unicredit fossero all’oscuro di questa situazione e non è quindi esclusa in futuro una eventuale costituzione di parte civile del gruppo in ordine agli sviluppi giudiziari della vicenda. Altre novità eclatanti sono attese per le prossime settimane, quando l’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Botti dovrebbe scoperchiare un ulteriore “Vaso di Pandora” su questa presunta attività di strozzinaggio da tempo in essere nel paese di circa 15 mila anime e che avrebbe inguaiato decine di persone tra commercianti e cittadini finiti nelle mani degli usurai. Gli episodi sotto la lente d’ingrandimento delle fiamme gialle sarebbero parecchi e tutti documentati da una fitta attività di intercettazioni ambientali e telefoniche, appostamenti e pedinamenti nell’arco delle indagini protrattesi per mesi.

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