Modica, Rando: “estendere le royalties a tutti i comuni della provincia”

“I Sindaci dell’ex provincia regionale di Ragusa facessero la voce grossa e trattassero con le competenti autorità e le compagnie affinché le royaltes siano distribuite a tutto il territorio in modo da alleggerire le difficoltà che i Comuni affrontano quotidianamente per venire incontro alle richieste della popolazione”.

Salvatore Rando del Comitato Via Loreto di Modica parte dalla certezza che il petrolio estratto nel territorio ibleo porta nelle casse comunali di Ragusa la considerevole somma di circa 30 milioni di euro di royaltes. “In Italia, laddove si estrae petrolio, i residenti beneficiano della riduzione dei costi della benzina alla pompa attraverso un bonus annuale o riduzioni di tasse comunali. Da noi questi benefici sono riservati solo a Ragusa, per gli altri rimane la preoccupazione del rischio d’ inquinamento delle coste e del territorio”. A fronte delle continue riduzioni di assegnazioni di risorse da parte di Stato e Regione, gli enti civici sono costretti a fare i salti mortali per soddisfare le esigenze del territorio e in special modo quei Comuni iscritti nell’elenco dell’Unesco. “Gli stessi Comuni che, puntualmente, lamentano la mancanza di una legge sulla riga di quella su Ibla che porta a Ragusa la considerevole cifra di oltre 100 milioni di euro che si aggiungono alle royaltes dovute. Il territorio ibleo è destinato ad essere ulteriormente invaso dalle trivelle. Il Comitato civico modicano ritiene che stendere anche agli altri comuni dell’ex provincia è casa giusta e necessaria”. Nulla, però, si sa sulla presentazione di un disegno di legge da estendere ad altri territori. “Assistiamo – alla pantomima messa in scena ogni anno all’ARS, quando si discute sulla finanziaria. Il governo dice di ridurre o tagliare questo beneficio e poi con la solita messa in scena “grazie all’autorevole intervento” la legge su Ibla è salva e gli altri Comuni possono stare tranquilli che saranno iscritti nell’elenco dei dimenticati. Si parla di unire il territorio ma non si può vivere di chiacchere o scelte sistematiche (vedi accorpamenti dei servizi) a senso unico”.

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