Scicli, piano di riequilibrio. “Che almeno stessero in silenzio”..di Bartolo Iacono

avv. Bartolo Iacono

E’ dei giorni scorsi la notizia, resa pubblica da una nota ufficiale della Commissione Straordinaria, che sarebbero state riscontrate “criticità” nel piano di riequilibrio adottato nel Comune di Scicli nell’estate 2014 e che ha evitato il dissesto finanziario dell’ente preannunciato dalla Corte dei Conti.

Invero si tratta di criticità assolutamente ordinarie e superabili senza drammi e senza particolari problemi.
Quello che invece va detto subito è che la bontà complessiva del Piano rimane confermata ed anzi esce rafforzata proprio dalla interlocuzione con gli uffici competenti del Ministero degli interni (che è solo uno dei soggetti interlocutori della complessa fase istruttoria che si concluderà con il giudizio finale della Corte dei Conti). Quanto detto vale se la questione vuole essere affrontata senza pregiudizi e senza calcoli irresponsabili e di bottega ai quali ci ha abituato una certa politica politicante fatta da politicanti senza scrupoli e, per giunta, scarsamente competenti in materia.

La segreteria del PD di Scicli, per esempio, quella del tanto peggio tanto meglio di un anno fa, quella che ha lavorato per il dissesto prima, avversando tout court l’idea stessa di un piano di riequilibrio, e lo scioglimento poi, è interventuta sulla questione con un comunicato che contiene una lettura davvero singolare – e strumentale – della nota della commissione straordinaria sulle criticità rilevate nel piano di riequilibrio e sui rimedi da apportare.
Invece di prendere atto della bontà complessiva del piano di riequilibrio – anche alla luce delle criticità rilevate – e di dare atto del grande lavoro compiuto proprio mentre loro si schieravano irresponsabilmente dalla parte della dichiarazione di dissesto, si scagliano ancora una volta contro il piano di riequilibrio ed i c.d. “responsabili” che lo hanno approvato e che hanno avuto l’unica colpa – secondo l’irresponsabile schema tattico della segreteria del PD – di evitare il dissesto finanziario.
Nel merito va detto che i piani di riequilibrio sono soggetti ad una interlocuzione tra gli Enti e le Istituzioni coinvolti nel complesso procedimento istruttorio e, pertanto, è normale e ordinario che nello spirito della leale collaborazione tra istituzioni pubbliche , possano essere apportate modifiche anche sulla base di suggerimenti. Ed è quello che è successo nel caso del piano di riequilibrio del 2014 che, pertanto rimane valido nel suo assetto complessivo.
I rilievi formulati, peraltro, riguardano “il finanziamento dei debito fuori bilancio” ed il periodo di “realizzazione” ritenuto troppo breve.
Sul primo rilievo la questione sarebbe riassumibile, detto in maniera semplice, in questp modo: io non posso approvare il piano di riequilibrio se non prima è erogato il mutuo che finanzia i debiti fuori bilancio (certamente non ascrivibili all’ultima amministrazione ma risalenti, anche di un decennio e passa) e nello stesso tempo l’ente erogatore non concede il mutuo se prima non è approvato il piano di riequilibrio. Si comprende che se così fosse saremmo come sulle scale di Escher e non si approderebbe mai a niente.
Come è avvenuto in altri importanti Comuni d’Italia, la questione si risolve in modo molto semplice sulla base della produzione di una certificazione già in possesso del Comune di Scicli con la quale la Cassa DDPP ha subordinato la erogazione del finanziamento (come previsto dalla legge) all’approvazione del piano di riequilibrio.
Sul secondo si rileva che trattasi di osservazione di carattere tecnico che può essere superata o attraverso la riaffermazione del tempo previsto per la realizzazione del riequilibrio e la formulazione di appositi chiarimenti o con il recepimento del suggerimento del Ministero e la rielaborazione del piano sul punto (ma questa è scelta politica che va fatta con ragionevolezza e senza pregiudizi). Niente di drammatico, quindi.
Va infine detto che è in malafede la segreteria di PD quando afferma che la durata del periodo di realizzazione del riequilibrio possa avere avuto un qualche effetto sulla fiscalità comunale o sulle tariffe (TASI – IMU – TARI). L’aumento delle tariffe è dipeso e dipende dalla diminuzione dei trasferimenti di risorse ai Comune disposta dagli ultimi governi (anche e soprattutto quelli sostenuti o diretti dal PD e dallo stesso Governo Renzi se pensiamo alla TASI) che ha comportato non solo, come è noto, a Scicli, un adeguamento delle tariffe e delle aliquote a copertura obbligatoria per legge delle minori entrate per trasferimenti.
Anche su questo punto il PD dovrebbe prima ragionare sulle conseguenze delle politiche economiche dei suoi governi nazionali con riferimento alla finanza ed alla fiscalità dei Comuni.
Questi i fatti. Si comprende lo stato d’animo della segreteria del PD che avrebbe volentieri assistito irresponsabilmente al disastro totale con lo stesso irresponsabile approccio con il quale nell’estate del 2014 ha fatto il tifo per la dichiarazione di dissesto e successivamente per lo scioglimento del Consiglio Comunale.
Loro, quelli di questa segreteria, hanno giocato al tanto peggio tanto meglio pensando di ricavare una qualche legittimazione per il futuro, pensando di regolare, secondo un vecchio vizio di certa sinistra in Italia, per via giudiziaria o governativa i conti con gli avversari politici che non sono riusciti a battere, per via democratica, nelle diverse tornate elettorali comunali e con l’elettorato sciclitano che non li ha mai voluti votare e che di questo passo continuerà a non votarli.
E’ oggi sempre più chiaro che a Scicli c’è stato chi, nella tempesta e nelle difficoltà prodotte da anni di cattiva amministrazione, dalla grave congiuntura economico – finanziaria, dalle scelte politiche nazionali di caricare sui comuni buona parte della fiscalità generale e tagliato risorse importanti destinate ai servizi, ha vestito i panni della responsabilità, a dispetto di ogni interesse di partito e di parte ma nello spirito di evitare il baratro preannunciato e di intraprendere la strada virtuosa del risanamento e del riordino contabile e amministrativo e chi si è messo dalla parte della irresponsabilità tramando per calcoli di bottega e miserabili contro la Città e le sue democratiche istituzioni auspicando il dissesto finanziario con le conseguenze sui cittadini che avrebbe avuto e favorendo lo scioglimento del consiglio comunale.
Sono gli stessi irresponsabili che oggi tuonano anche contro chi ha deciso di ricorrere avverso il decreto di scioglimento e non si spiega tanto livore nei confronti di un atto trasparente, legittimo e di civilità quale è quello dell’accesso alla tutela giurisdizionale se non con la loro arroganza unilaterale che non ammette contraddittorio o dialettica e con la paura folle e maligna che un “giudice a Berlino” possa dare ragione al povero mugnaio Arnold di Potsdam. Vale a dire un Tribunale Amministrativo di Roma ai consiglieri ricorrenti di Scicli, o, passando alla vicenda nostra, di una Corte dei Conti che possa approvare il piano di riequlibrio dei “responsabili”.

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