Modica, prima la tragedia all’interno di un silos, ora la gioia del matrimonio

matrimonio

Si chiama Carmelo Floridia, è lui quel ragazzo la cui vita un anno fa, il 15 luglio 2014, era appesa ad un filo. Lui è il “ragazzo del silos” e quel maledetto 15 luglio le sue gambe finirono tra ingranaggi mentre stava lavorando all’interno di un silos nelle periferie di Modica. Lì si è consumata una tragedia.

Dopo due lunghissime ore, incastrato in quel silos, è lo stesso Carmelo a far coraggio ai suoi soccorritori, i vigili del fuoco; 120 minuti lunghissimi durante i quali Carmelo è sempre rimasto cosciente. Finalmente Carmelo è salvo, ma le sue condizioni sono gravissime. Trasportato in elisoccorso al Cannizzaro di Catania, i medici hanno fatto l’impossibile per salvargli la vita e così è stato, ma con il passare delle ore si consuma un altro dramma, il responso dei medici è amaro, bisogna amputare le gambe. E la storia di Carmelo Floridia inizia con un capitolo nuovo proprio da questo punto. È la storia d’amore di Carmelo per la sua famiglia che lo ha sostenuto ogni momento, orgogliosa di questo figlio e fratello, il papà Giorgio, la mamma Rosa e le sorelle Ausilia e Veronica. Ed è la storia d’amore tra Carmelo e Giusy, la fidanzata che non lo ha abbandonato nemmeno un istante in questo travagliato e difficile anno fino a coronare il sogno di sempre, portando a compimento il progetto che stava nascendo prima di quel maledetto 15 luglio 2014; Carmelo e Giusy si sono uniti in matrimonio lo scorso 20 giugno ed è stato emozionante vedere Carmelo, come tradizione vuole, attendere la sposa, all’impiedi, davanti il sagrato della Chiesa di San Pietro. Un sogno coronato in un giorno pieno di sorprese. La più emozionante quella della squadra dei vigili del fuoco, coloro che il 15 luglio 2014 sono intervenuti per salvare Carmelo. Hanno atteso gli sposi all’uscita della Chiesa e donato allo sposo un casco da pompiere battezzandolo “Caposquadra”, uno speciale caposquadra, di coraggio e di voglia di vivere. “ «Sono grato a tutti voi per i gesti estremi e disperati che ognuno ha compiuto per salvarmi la vita – ha detto loro Carmelo -; li ringrazio perché hanno pianto e riso con me, coraggiosi, abili e valorosi; mi hanno sempre sostenuto, sorretto, aiutato, incoraggiato. È solo grazie a loro che oggi sono qui, ad affrontare la quotidianità e la straordinarietà della vita. Io e la mia Giusy vi siamo grati». Le sfide di Carmelo non sono finite, adesso si vuole dedicare allo sport, in particolare all’atletica leggera nelle specialità dei 100 e 200 metri.

 

foto  repertorio

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