Tutino a Crocetta: “La Borsellino va eliminata come suo padre”. Il governatore di Sicilia si auto sospende

rosario crocetta

Si e’ auto sospeso il presidente della Regione, Rosario Crocetta, sull’onda delle polemiche per le intercettazione della telefonata col suo medico Matteo Tutino che parlando di Lucia Borsellino dice: ‘Va fermata, va fatta fuori come suo padre”.

“Sto inviando una richiesta alla Procura di Palermo per avere un incontro con lo scopo di verificare la portata dell’intercettazione che riguarda Tutino”, aggiunge il governatore. Crocetta annuncia che affiderà l’interim per la guida della Regione a Baldo Gucciardi (Pd), neo assessore alla Sanità, subentrato proprio a Lucia Borsellino, che si è dimessa dopo l’arresto di Tutino, nell’ambito di una inchiesta sull’ospedale Villa Sofia. Per quanto riguarda eventuali dimissioni, Crocetta afferma: “Prenderò la decisione finale nel giro di pochi giorni, dopo gli accertamenti”. “Non sono legato alla poltrona, ribadisco la mia estraneità a questa vicenda – sottolinea – Ma quanto sta accadendo è più grave di un attentato fisico. Non intendo mettere la Sicilia nella condizione di subire attacchi, non faccio pagare prezzi al popolo siciliano. Ma di questa vicenda sono solo una vittima”.

“Mai sentita quella frase”, è la risposta che il governatore dà appena appresa la notizia. Secondo quanto riportato dal settimanale L’Espresso, Matteo Tutino, primario dell’ospedale palermitano Villa Sofia avrebbe detto in una conversazione telefonica di “fermare e fare fuori Lucia Borsellino”, l’ex assessore regionale alla Sanità, dimessasi recentemente. “Va fermata”, “come suo padre”, Paolo Borsellino, giudice ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992 in un attentato di cui domenica ricorre il 23° anniversario . “Dall’altro capo del telefono – scrive l’Espresso – c’è il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, che ascolta e tace. Non si indigna, non replica: nessuna reazione di fronte a quel commento”.

“Non ho sentito la frase su Lucia, forse c’era zona d’ombra, non so spiegarlo; tant’è che io al telefono non replico. Ora mi sento male”. Così all’Ansa il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, commenta l’intercettazione, anticipata dall’Espresso, in cui il medico personale di Crocetta, Matteo Tutino, arrestato nell’ambito di una inchiesta sull’ospedale Villa Sofia, dice: ‘Lucia Borsellino ‘va fermata, fatta fuori. Come suo padre’.

«Se avessi sentito quella frase, non so… avrei provato a raggiungere Tutino per massacrarlo di botte, forse avrei chiamato subito i magistrati. Non so… sono sconvolto. Provo un orrore profondo», aggiunge ancora Crocetta.

«Ora capisco la reazione di Lucia e la colgo – continua il governatore -. Ma io quella frase al telefono pronunciata da Tutino non l’ho sentita».

«Non l’ho sentita… non l’ho sentita quella frase…», cerca di darsi una spiegazione: «Forse una zona d’ombra, forse è caduta la linea… ». «La prova che non l’ho sentita sta nel mio silenzio», aggiunge. «Sono veramente allucinato – insiste -. Sono addolorato, sconvolto». «Se avessi sentito quella frase – prosegue – avrei reagito con durezza, non si scherza su queste cose. Quella frase colpisce tutte le persone che combattono la mafia. Posso essere stato destinatario di un messaggio così crudele?».

«La mia resistenza viene messa a dura prova. Mi sento male fisicamente e mentalmente – aggiunge – . Dimettermi? Sono accusato di qualcosa? Ho fatto qualcosa? Il destino della Sicilia può essere legato a una frase, che non ho sentito, pronunciata dal mio medico? Non lo so».

«Voglio essere sentito dai magistrati su questa storia della frase di Tutino, farò una richiesta formale. Quello che mi sta accadendo oggi è la cosa più terribile della mia vita».

Matteo Tutino, primario della Chirurgia plastica dell’ospedale Villa Sofia di Palermo e medico personale del presidente della Regione Rosario Crocetta, è stato arrestato lo scorso 29 giugno, con l’accusa dei reati di truffa, peculato e abuso d’ufficio in concorso fra loro. L’inchiesta riguarda la gestione del reparto e l’attività svolta anche al Policlinico e al reparto di Caltanissetta.

GUCCIARDI: TUTINO INCOMPATIBILE CON AZIENDA SANITARIA PUBBLICA. “Pur nell’assoluto rispetto delle indagini dell’autorità giudiziaria, è di tutta evidenza che le parole pronunciate dal dottor Tutino e riportate oggi da organi di stampa lo rendono, fra l’altro, incompatibile con qualsiasi rapporto giuridico e professionale con un’Azienda sanitaria pubblica. Il direttore generale dell’Azienda Villa Sofia-Cervello svolga le tempestive verifiche del caso e ponga immediatamente in essere i provvedimenti consequenziali”. Lo dice Baldo Gucciardi, assessore regionale alla Salute.

LE REAZIONI POLITICHE.

M5S: Dimissioni immediate. «Crocetta deve dimettersi immediatamente e allontanarsi il più possibile dalla Sicilia, in modo da non poter più arrecare danni all’Isola come fa da quasi tre anni a questa parte. E le conversazioni con il medico Matteo Tutino, in cui pare di ascoltare il commando stragista di via D’Amelio, sono la pietra tombale sulla sua esperienza amministrativa». Così deputati e senatori del MoVimento 5 Stelle a proposito di quanto emerge dalle intercettazioni dell’inchiesta che ha portato all’arresto del primario dell’ospedale palermitano Villa Sofia, in cui si parla dell’ex assessore Lucia Borsellino come una persona che «va fermata, fatta fuori. Come suo padre». «Finalmente è caduto, nel peggiore dei modi, il velo di ipocrisia su cui Crocetta, sedicente crociato dell’antimafia, ha poggiato tutta la sua carriera politica. Ora può fare solo una cosa per ridare un minimo di dignità all’istituzione che rappresenta: dimettersi e prendersi una lunga vacanza, in modo da far dimenticare questo incubo in cui i siciliani si ritrovano da quando è diventato presidente della Regione siciliana» concludono i parlamentari siciliani del M5S.

Ferrandelli al Pd: tutti a casa entro il 19 luglio. “Crocetta, in direzione regionale del Pd, disse che se il suo partito gli avesse chiesto un passo indietro lui si sarebbe dimesso subito. Il passo indietro glielo chiedo io visto che questo Pd non glielo chiederà mai. Il mio è un ultimatum al presidente e al Partito Democratico: entro il 19 luglio Crocetta deve consegnare le sue dimissioni e già oggi il Pd deve uscire dalla giunta”. Lo ha detto il vicepresidente dell’Antimafia regionale, Fabrizio Ferrandelli, durante una conferenza stampa all’Ars nella quale ha anche lanciato il progetto dei “Coraggiosi”. “Nel mio intervento in direzione – ha aggiunto – ho parlato dell’inadeguatezza e dell’incapacità politica e progettuale di questo governo. Ho detto che non si poteva fare in tre mesi ciò che non si è fatto in tre anni. Ho chiesto di staccare la spina e mi hanno isolato. Quella direzione ha scelto di non decidere e, qualche giorno dopo, con l’ingresso del capogruppo Gucciardi in giunta, il Pd ha inaugurato il ‘patto del salvagente’ che vorrebbe portare questo Titanic fino a fine legislatura. Anzi, è molto probabile che a qualcuno venga la strampalata idea di una riforma che preveda di prorogare questa legislatura sono al 2020”. “Io non ci sto – ha sottolineato Ferrandelli – e non ci sto ancor di più oggi, dopo aver letto parole vergognose nei confronti di Lucia Borsellino, alla quale va la mia vera e convinta solidarietà. Anzi, io vado oltre: se Crocetta e il Pd ancora una volta faranno finta di non capire, valuterò insieme ai tanti coraggiosi che stanno chiamando da tutta la Sicilia il da farsi senza tentennamenti: perché i coraggiosi non svendono la loro dignità per 6 mila euro al mese”.

Falcone (Forza Italia): una falsa e ipocrita antimafia. «Rimaniamo allibiti di fronte all’efferatezza e al violento cinismo emersi dalle parole pronunciate dal dott. Tutino nei confronti dell’allora assessore alla salute Lucia Borsellino, conversando al telefono col presidente Crocetta», questo il commento a caldo del capogruppo di Forza Italia, on. Marco Falcone, in merito alle intercettazione svelate dall’Espresso, durante un colloquio tra il medico arrestato e il presidente della Regione. «Se, però, le parole di Tutino rispecchiano probabilmente la sua personalità – ha incalzato Falcone – da questa vicenda emerge, con un fragore devastante, il gravissimo comportamento di Crocetta che rimane impassibile dinanzi a tanta malvagità». «Il governatore della Sicilia – ha continuato il capogruppo azzurro – che sinora si era vantato di essere l’alfiere della legalità e dell’antimafia, oggi si riscopre, sotto un profilo etico, indegno assertore di una falsa e ipocrita antimafia di comodo, utilizzata, esclusivamente, per la sua carriera politica» «Non aver contrastato l’incredibile spietatezza delle parole di Tutino – ha concluso Falcone – consegna, non solo più ai siciliani, ma agli italiani tutti, l’immagine di un presidente con la p minuscola che, oltre ad essere incapace sotto un profilo amministrativo, oggi, sotto un profilo morale, dimostra, soprattutto, di essere indegno».

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