Intervento in aula della senatrice Padua per il Tribunale di Modica

venerina padua

Accelerare la calendarizzazione della mozione a propria firma e di altri 29 colleghi presentata in giugno e finalizzata a denunciare le conseguenze non sempre positive della revisione della geografia giudiziaria. Giovedì scorso la senatrice Venerina Padua  ha esposto i contenuti dell’atto verbalmente in Senato così da accelerare i tempi di confronto.

Come si ricorderà, il Senato, con la conversione del decreto-legge n. 338 del 2011, convertito poi nella legge n. 148 del 2011, ha delegato il Governo ad adottare atti idonei alla riorganizzazione della distribuzione territoriale degli uffici giudiziari, al fine di realizzare risparmi di spesa ed incrementi di efficienza. All’articolo 8, si stabiliva che, per specifiche ragioni organizzative funzionali, il Ministro della giustizia potesse disporre l’utilizzo al servizio dei tribunali per un periodo non superiore ai cinque anni a partire dalla data d’efficacia del decreto e che quindi potesse disporre degli immobili di proprietà dello Stato ovvero di proprietà comunale interessati da interventi edilizi finanziati ai sensi dell’articolo 19 della legge n. 119 del 1981, adibiti a servizio degli uffici giudiziari.”Ho voluto esporre la mozione personalmente poiché ancora non e’ stata calendarizzata – spiega Padua – nonostante insieme con molti miei colleghi l’abbiamo presentata da diverse settimane. La politica di revisione giudiziaria è stata basata sui criteri della razionalizzazione della spesa pubblica dei tribunali stessi, finalizzata a realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza”. Tuttavia, almeno per talune strutture giudiziarie presenti sul territorio nazionale, appare evidente come non si sia tenuto in debito conto della situazione infrastrutturale esistente, essendo stati chiusi uffici di sedi nuove o ristrutturate di tribunali accorpati, per i quali la logica della cosiddetta spending review, connessa all’incremento dell’efficienza dei servizi, non sembra aver trovato luogo. “Tale considerazione vale, ad esempio, per le ex sedi di tribunali di Modica, di Bassano del Grappa o di Chiavari. In merito al tribunale siciliano, ad esempio, si evidenzia come l’immobile ove oggi ha sede il tribunale di Ragusa (accorpante quello di Modica e la sezione distaccata di Vittoria) è strutturalmente inadeguato a far fronte alle gravose sopravvenienze conseguite al citato processo, al punto che, al fine di dare risposte alla nuova domanda di giustizia, il Comune di Ragusa ha dovuto indicare un’altra struttura, il palazzo ex INA, ai fini dell’utilizzo dei locali per le funzioni giurisdizionali. Al contempo, però, si è rinunziato – ed è qui il paradosso – ad utilizzare in via definitiva l’esistente palazzo di giustizia dell’ex tribunale di Modica, ultimato nel 2004 con un costo di circa 12 milioni di euro, posto nelle vicinanze della principale arteria di viabilità e realizzato proprio per tale destinazione. Nella sostanza, è stata chiusa, priva finora di alcuna destinazione d’uso, una sede moderna, funzionale, antisismica, attrezzata con un grande parcheggio, servita da tutti i più avanzati impianti tecnologici e telematici e nella condizione di ospitare al meglio le funzioni giudiziarie nel territorio”. Venera Padua ha fatto rilevare anche che la sede centrale del tribunale di Ragusa e quella acquisita successivamente sono state recentemente interessate da crolli di calcinacci o di pannelli dai soffitti. Per utilizzare questo palazzo, si spendono circa un milione e 300.000 euro all’anno.

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