Pozzallo. Custodia cautelare in carcere nei confronti di Amin Seydo

puleio

In esito ad indagini della Squadra Mobile di Ragusa, dei Carabinieri di Modica e della Guardia di Finanza di Pozzallo, dirette dal sostituto procuratore della Repubblica di Ragusa, Francesco Puleio, e coordinate dal procuratore Carmelo Petralia, il Gip del tribunale ha applicato la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di Amin Seydo, ganese di 22 anni, arrestato perché ritenuto responsabile del delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Un altro soggetto di nazionalità ghanese è attualmente ricercato. Il giovane, in concorso tra loro e con altre persone in atto non identificate, quale pilota del gommone di presunta nazionalità libica, con compiti di guida, pilotaggio e manutenzione dell’imbarcazione, nonché di vigilanza sui migranti, quale incaricato di controllare la rotta da seguire con disponibilità di bussola e di telefono satellitare, nonché della vigilanza sui migranti, compiva atti diretti a procurare l’ingresso di cittadini stranieri nel territorio italiano, segnatamente di 100 cittadini extracomunitari di varie nazionalità (tra i quali anche donne e minori), in violazione delle norme contenute nel suddetto T.U. di riferimento, al fine di trarne indebito profitto, avendo i migranti corrisposto delle somme di denaro per pagare il prezzo del viaggio, trasportandoli a bordo di una imbarcazione non idonea a contenere un numero così ingente di persone.

Con le aggravanti del fatto commesso da più di tre persone in concorso tra loro; della disponibilità di armi; ( del numero degli immigrati superiore a cinque; di avere esposto a pericolo la vita e l’incolumità dei medesimi (non essendo l’imbarcazione in grado di tenere il mare in condizione di sicurezza, imbarcando acqua e con motore frequentemente in avaria); di averli sottoposti a trattamenti degradanti, costringendoli a viaggiare stipati gli uni sugli altri; che alla commissione del delitto dava il proprio contributo un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in Libia ed in Italia (crimine da ritenersi transnazionale ex lege n. 146/2006); del fine di trarne profitto anche indiretto. I fatti sono del 29 giugno scorso.

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