Modica. Rando e quelle che dovrebbero essere le ex province siciliane

“L’Assessore Regionale agli Enti Locali Giovanni Pistorio appena insediatosi ha pensato bene di ripresentare la sceneggiata della finta abolizione delle provincie regionali miseramente fallita”. Sbotta pesantemente Salvatore Rando del comitato civico Via Loreto di Modica su una vice da che sta creando più danni che benefici.

La tanto strombazzata abolizione delle province fatta da Crocetta in prima nazionale nel corso di una trasmissione televisiva, che dapprima venivano chiamate province regionali che dovevano essere abolite, “adesso con il ddl vergognosamente vengono ridefiniti ancora una volta Liberi Consorzi, offendendo l’intelligenza del popolo siciliano che ha capito bene, contrariamente ai politici che siedono negli scranni dell’ARS, che non si abolisce un bel nulla, infatti: Trapani, Agrigento, Enna, Caltanissetta, Siracusa e Ragusa rimarranno come sono con l’aggiunta delle tre aree metropolitane Palermo, Catania e Messina”. Quest’ultima città non avendo un milione di abitanti si è pensato bene di aggregarla a Reggio Calabria violando lo Statuto siciliano che fino a prova del contrario appartiene alla Sicilia e ai siciliani, evidentemente una scelta molto discutibile o addirittura incostituzionale, si pensa che la Regione Sicilia possa anche finanziare economicamente attraverso l’area metropolitana di Messina anche i problemi di Reggio Calabria?
“Le province -aggiunge Rando – devono essere abolite e non mascherate ed in nome della fumosa spending review, occorre invece incentivare l’associazione dei Liberi Comuni affidandone risorse, competenze e personale delle ex province e risparmiando costi di gestione aggiuntivi in modo da evitare un ulteriore carrozzone politico anche se di nomina di secondo grado.
Con i problemi della Sicilia che sono emersi in maniera drammatica dove si sfiorano 8 miliardi di euro di debiti con rischio Grecia alle porte in aggiunta alla totale confusione politica con un Crocetta allo sbando con il concreto e auspicabile ricorso al voto anticipato scrivendo la parola fine a questa esperienza definita della speranza, del cambiamento e della legalità per il popolo siciliano si tolga la spina al più presto a questa interminabile agonia con assessori che se ne vanno invece di pensare e perdere tempo sui Consorzi e non si pensi invece ad approvare il bilancio della Regione e poi al voto. La nuova Assemblea che sarà eletta, sperando questa volta con oltre il 50,1% dei siciliani attraverso una concertazione con gli Enti locali come meglio organizzare amministrativamente la Sicilia senza ulteriori costi. Se la politica ancora una volta non capisce i disagi e la disaffezione ampiamente dimostrata nelle cabine elettorali dei siciliani, che hanno necessità di avere risposte sul lavoro con una disoccupazione alle stelle, con il precariato in attesa di risposte che non arrivano, con sempre maggiori tasse per risolvere i problemi di bilancio, infrastrutture, strade e ferrovie da terzo mondo questa Sicilia non ha speranza di rinascita altro che Regione all’avanguardia dell’Europa come ha dichiarato qualche giorno fa Crocetta, prima di essere travolto dallo scandalo intercettazione. La Sicilia merita bel altro, vuole essere governata da persone per bene, seria e con tanta voglia di fare. E finito il tempo dei ciarlatani e i Consorzi non sono certo la priorità di questo momento di grave difficoltà per la Sicilia”.

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