Il cane muore durante intervento chirurgico. Giudice assolve veterinario modicano

tribunale

Nessuna responsabilità per la morte di un cane da parte del veterinario. Il Giudice di Pace, Suma, ha, infatti, assolto il professionista denunciato da un 50enne dopo che il suo cane era morto durante un intervento chirurgico di routine. E’ la vicenda che si è chiusa davanti al giudice di pace di Modica risalente al settembre del 2012, secondo cui il veterinario avrebbe praticato ogni necessario adempimento “agendo con diligenza medica”.

Per il magistrato “le complicanze sopraggiunte erano consequenziali allo stato patologico dell’animale”. Il proprietario del boxer doveva fare asportare un frammento di spiga secca di graminacea, che il cane aveva aspirato con il naso(forasacco)che lo portava continuamente a starnutire. Il veterinario aveva deciso di intervenire senza anestesia, sedando il cane con un calmante. Il boxer, però, si agitava ripetutamente, per cui il professionista aveva ovviato per l’anestesia totale ed allora è stato possibile estrarre il corpo estraneo dal naso. Il fatto è stato che l’animale dall’anestesia non si è più risvegliato. Il veterinario aveva iniettato un medicinale per facilitare il risveglio ma senza risultati. Per il proprietario, il cinquantenne C.G., una ferita dolorosissima, difficile da accettare. Per questo aveva denunciato il medico. Il cane era stato anche sottoposto ad esame autoptico a Ragusa presso la locale sezione dell’istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia, dal quale era emersa una neoformazione polipoide non neoplastica. Fu, ovviamente, nominato un consulente tecnico d’ufficio, Salvatore Di Maria, e anche un consulente di parte, Rosario Rametta. Secondo il Giudice di Pace, anche sulla base delle risultanze peritali, il frammento aspirato dal boxer aveva ostruito il passaggio dell’aria e questo aveva determinato l’asfissia che aveva, di conseguenza, causato il decesso. Il consulente di parte, Rametta, nominato da C.G., aveva escluso la rilevanza della neoformazione, sostenendo che questa era sopravvenuta in seguito alla presenza del corpo estraneo e che se il medico avesse intubato l’animale, questi si sarebbe salvato per avrebbe, comunque, respirato seppure in modo assistito.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa