Progetto un mare di tappi. Donata sedia Job al Comune di Ispica e ritrovate le marce di Saverio Sampieri

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Un doppio evento al Rio Borgo Favara di Ispica. Nel segno della solidarietà e della riscoperta delle tradizioni musicali locali con la ‘scoperta’ di paternità di alcune marce ideate e scritte da Saverio Sampieri. Nell’ambito del progetto ‘Un mare di tappi’ avviato dalla Banda Musicale ‘Arturo Toscanini’ e dall’azienda smaltimento rifiuti

Dusty e dal comune di Ispica si proceduto all’acquisto della sedia Job che permette ai diversamente abili di poter godere della spiaggia in modo sicuro, divertente e umano.
I tre gruppi, attraverso un lavoro sinergico, hanno sensibilizzato i cittadini Ispicesi a prodigarsi nella raccolta del maggior numero possibile di tappi di plastica. Questi tappi, una volta raccolti, sono stati consegnati alla Dusty e riciclati in cambio di una somma con la quale è stata acquistata la sedia donata al comune di Ispica e consegnata ufficialmente al sindaco Pierenzo Muraglie nel corso di una cerimonia che si è svolta al Borgo Rio Favara.
Giovanni Moncada, Direttore della Banda Musicale “Toscanini”, è’ doppiamente soddisfatto di questa iniziativa perché oltre al fine sociale la manifestazione è’ stata utile per celebrare la memoria del musicista autodidatta Saverio Sampieri che, nonostante non “scrivesse” musica, suonava in modo talentuoso vari strumenti musicali ad orecchio e si dilettava a scrivere marce; queste ultime, purtroppo, essendo dettate a terzi, sono andate perdute nel tempo.
Vincenzo Sampieri, figlio di Saverio, in questi anni ha cercato di recuperare queste marce ed è riuscito nell’intento.
” La ricerca di queste marce – racconta Vincenzo – è nata dalla voglia di far conoscere chi era veramente mio padre e del suo profondo amore per la musica. L’ho fatto per lui e per dargli la giusta riconoscenza di autore musicale. Ho contattato diversi maestri, cercando di aiutarli a ricostruire le note di queste marce, cantando loro il refrain musicale che mi ricordavo. Ma solo il Maestro Moncada ha ottenuto il risultato da me sperato e abbiamo trovato, finalmente, una delle marce scritte da mio padre che abbiamo titolato ‘Sciave’, proprio come tutti in paese conoscevano mio padre”.
L’emozione prende il sopravvento e coinvolge anche l’altra figlia del Maestro autodidatta, Francesca che rivede nel nipote proprio le sembianze di suo padre: “Rivedendo mio nipote Saverio suonare il tamburo all’interno della Banda del Maestro Moncada mi commuovo sempre. Non solo porta il nome del nostro amato papà, ma gli somiglia in tutto e per tutto; le sue movenze sono identiche a quelle di suo nonno.”

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