Tornati per le vacanze a Marina di Ragusa, pensano di passare la serata ingiuriando gli uomini della Squadra Mobile

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La Squadra Mobile nei giorni scorsi era impegnata in Via Tindari a Marina di Ragusa per controllare alcuni locali segnalati dai cittadini, esausti dal mancato rispetto delle regole.
All’1.30 di notte, gli uomini in borghese della Squadra Mobile si “confondevano” tra gli avventori dei locali per verificare se venisse venduto alcool ai minori d’età, se vi fosse spaccio di sostanze stupefacenti (o anche il “semplice” uso) o ancora se in linea generale vi fossero degli illeciti amministrativi o penali.

Durante l’attività di osservazione venivano notati diversi giovani che, acquistate bottiglie di birra in vetro, si allontanavano senza stazionare negli spazi (c.d. dehor) adibiti dai gestori per la consumazione delle bibite.
Nessuna attività di spaccio e gli avventori erano tutti maggiorenni, il tutto nel pieno rispetto delle norme per la vendita di sostanze alcoliche.
Considerata la violazione amministrativa della vendita di bottiglie in vetro venivano chiamati gli uomini della Polizia Locale per le contestazioni degli illeciti amministrativi di loro competenza.
Gli uomini della Polizia di Stato, unitamente al personale dell’Inail e dell’Asp procedevano ad effettuare il controllo amministrativo del locale sito in via Tindari che aveva venduto le bottiglie in vetro.
Per quanto concerne le emissioni sonore il locale rispettava l’ordinanza sindacale avendo avuto dal Comune di Ragusa una deroga per diffondere musica fino alle 3 e non all’una come previsto. Sempre tutto regolare per gli aspetti di competenza sanitaria dell’ASP; diversamente uno dei barman non risultava regolarmente assunto e l’Inail sta provvedendo a sanzionare il titolare per gli aspetti di competenza.
Nelle more del controllo amministrativo, che si è svolto con la consueta disponibilità del titolare, così come del resto degli altri imprenditori della zona.
Il rapporto tra gli esercenti e la Polizia di Stato che effettua gli interventi a tutela degli stessi imprenditori, dei dipendenti ed ovviamente dei consumatori sono da sempre stati basati sul rispetto reciproco, difatti non sono stati mai registrati episodi di intemperanza, anche quando i Pubblici Ufficiali hanno denunciato penalmente e sanzionato gravemente i trasgressori.
Nonostante la totale estraneità alle sanzioni comminate dalla Polizia, durante i controlli si avvicinavano 4 giovani ragusani probabilmente in stato d’ebbrezza alcolica.
Due dei quattro ragazzi successivamente identificati per M.R. di 23 anni e C.A. di 24 anni,  entrambi ragusani studenti al nord Italia tornati qui per le vacanze, si avvicinavano alla Polizia Locale mentre stavano redigendo il verbale di sanzione amministrativa a carico di altri due soggetti ragusani, in quanto avevano violato le disposizioni regolamentari del divieto di vendita di bevande in vetro.
I due giovani, conoscenti dei trasgressori, inizialmente ponevano delle semplici domande alla Polizia Locale del perché questa sanzione ritenendola iniqua rispetto ai tanti problemi da risolvere in città.
Considerato che i due soggetti stavano recando nocumento all’attività di Polizia ed avevano ingenerato una condizioni di limitata sicurezza degli operatori, gli uomini della Squadra Mobile  presenti invitavano i giovani ad allontanarsi permettendo così ai Pubblici Ufficiali di svolgere il proprio lavoro.
Nonostante l’intervento di uno dei quattro che cercava di far desistere i due amici, chiedendo loro di rientrare a casa, M.R. spalleggiato da C.A iniziava ad ingiuriare i Poliziotti con frasi denigratorie e cori da stadio di calcio, fortemente lesivi della dignità degli operatori.
Il reato di oltraggio a Pubblico Ufficiale è stato commesso davanti a decine di persone che hanno assistito ai fatti, senza ovviamente supportare i 2 ragazzi in preda ai fumi dell’alcool, anzi li hanno ignorati prendendone le distanze.
Per motivi di ordine pubblico i due indagati non venivano subito identificati, stante le centinaia di persone presenti, ma veniva filmata la condotta di entrambi.
Quando uno dei due giovani si accorgeva di essere ripreso chiedeva pure di cancellare il video perché la Polizia non era autorizzata a farlo, anzi come sempre “la Polizia era mafiosa”.
Forse i due giovani ignorano che ogni fatto reato deve essere documentato nel migliore dei modi da parte della Polizia Giudiziaria che, sapientemente ha registrato parte dei diversi insulti subiti.
Non paghi di quanto già commesso, i 4 ragazzi seguivano gli operatori che, giunti in zona di assoluta sicurezza, procedevano alla compiuta identificazione.
Quando venivano resi edotti dei reati commessi, anziché chiedere scusa asserivano di “non avere alcun rispetto per la Polizia”. Uno degli amici insultava con frasi molto pesanti, la restante parte del gruppo per il comportamento tenuto nei confronti dei Pubblici Ufficiali intervenuti, elemento questo che non eliminava comunque la condotta criminale prevista dal codice penale.
I testimoni facenti parte del gruppo venivano convocati in Questura, ovvero gli altri due ragazzi che si trovavano in compagnia dei due indagati per il reato di oltraggio ma, stranamente, non ricordavano nulla, anche se sono stati ripresi dalla Squadra Mobile accanto a loro mentre gli amici ingiuriavano i poliziotti.
Il comportamento esemplare tenuto quella notte, ovvero l’essersi dissociati dagli amici che avevano ingiuriato gli operatori di Polizia ed aver tentato di riportarli alla ragione, è stato vanificato una volta giunti proprio presso gli uffici della Squadra Mobile di Ragusa.
L’aver voluto “proteggere” gli amici con un atteggiamento omertoso costerà anche a loro una denuncia, in questo caso per favoreggiamento personale, stante il fatto che non corrisponde al vero il non aver udito le frasi ingiuriose poiché pronunciate il loro presenza.
La Polizia di Stato continuerà ad effettuare i controlli a tutela dei cittadini lungo tutta la fascia costiera, intensificandoli proprio per Ferragosto e nei week end, quando numerosi sono i giovani presenti lungo le arterie stradali e nei luoghi della movida.

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