Lettera al direttore. Modica: il turismo si spegne e cede il passo a Scicli

lettera

Con molto rammarico e senso di perdita, dopo una passeggiata serale a Scicli, prima della vigilia di ferragosto, ho potuto constatare che Modica, la città nella quale vivo e lavoro da anni come operatrice turistica, rispetto alla limitrofa Scicli, sembra ormai aver spento i riflettori sul turismo,divenendo quasi un luogo assonnato, privo di allegria e di quella magnifica accoglienza, così come l’abbiamo vista fino a pochi fugaci anni fa.

Basita mi chiedo che cosa sia successo a questa bella nostra città e trovo la risposta in molte constatazioni di fatto, amare, ma cariche di verità, che mi fanno venire la rabbia.
Perché Modica, anch’essa Dea del barocco, sta perdendo questa grande occasione di forza e di carica immaginifica da offrire agli avidi e curiosi turisti? La movida serale impazza a Scicli perché il centro storico pullula in ogni sua parte di vita: chiese aperte con graziose operatrici che ti accolgono sorridendoti eproponendosi come ciceroni del luogo sacro, senza nulla a pretendere che una libera offerta a sostegno del servizio fornito; ovunque caratteristicinegozietti che mostrano con amorevole ospitalità i prodotti del luogo; d’altro canto,i locali gastronomici, bar, ristoranti e pizzerie sembrano essere un tutt’uno con questa magica atmosfera di festa, sostenuta ed alimentata dai numerosi artisti di strada che lungo la via Mormino Penna, abbracciano i turisti, come mercanti di sogni nel tempio del barocco, quasi a voler essere incantatori del luogo; per non parlare poi delle mostre di pregevoli artisti che con le loro opere fanno anche essi da piacevole contorno alle calde serate estive, concedendo all’erudito turista un’altra immagine dei campi di grano e dei carrubbi. Cos’altro chiedere ad una città i cui abitanti animano e rendono viva?
Insomma è festa e brio, vivacità che sembra traspirare dalla pietra barocca, perché l’animazione deve impregnare qualsiasi luogo e lo stesso mio stupore l’ho colto anche nel volto di alcuni miei concittadini che quella stessa sera estiva, prima di ferragosto, si trovavanocome me pure loro a passeggiare per Scicli.
Di contro, la città di Modica che si anima solo nei primi caldi pomeriggi estivi perché si va in cerca della rinomata cioccolata e si può bighellonare nei negozi, visto che la sera è impossibile trovarli aperti, con il risultato che molte zone del Corso Umberto sono al buio e le vetrine, ammainate le vele, sembrano voler dire: “Spiacenti, chiusi causa canicola estiva!”. Duramente, la sera, la città cede il passo ad un accorato silenzio, ad una calma piatta e surreale: anche il magnifico orologio del castello langue e grida: “Mi avete abbandonato alla mia triste solitudine di orologio della contea!” mentre è pur vero che prima, era possibile farvi un salto nella veste di orologiaio, ammirandovi l’ingegnoso meccanismo di funzionamento e da lì spostarsi nella magnifica residenza del filosofo Tommaso Campailla e perché no ascoltare anche le poesie del dirimpettaio Salvatore Quasimodo. Queste cose sono scontate per gli abitanti della città ma sconosciute ai turisti di passaggio. Il castello della contea con le sue prigioni, il duomo di San Giorgio color miele, la chiesa di San Pietro e i suoi imponenti apostoli, il portale Pirrera, il palazzo Tommasi Rosso, la chiesa di Santa Maria del Gesù con il suo chiostro in stile tardo gotico,tutte le stradine che conducono a Modica Alta, sino al salotto di Santa Teresa, attraverso le ombre estatiche delle innumerevoli chiese, disseminate lungo questo incantevole itinerario storico tacciono le loro storie perché non c’è chi li animi. Così gli itineranti turisti, in veste esclusiva di passanti, in cerca solo del nostro cioccolato, continuanoad ignorare questo meraviglioso giardino di pietra barocca, questi tesori nascosti che chiedono l’umana animazione perché mancano le sirene incantatrici ad attirarli. Un dì Carmelo Assenza, un illustre poeta locale, ha scritto “Muorica è n’paisi”, io dico che adesso Modica è un piccolo sogno mancato ai turisti.
Cosa manca è facile intuirlo? Cosa non si fa? Una cosa è certa, è assentela verve dell’amministrazione comunale, l’incentivazione ad essere attivi, il contributo di noi tutti, come cittadini che non ci accorgiamo che così facendo la nostra incantevole città cederà sempre di più il passo alle altre. E Modica non sarà più la seconda Venezia ma la seconda in tutto.

 Manuela Pitino

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